Grotta di San Biagio a Stabia verso l’apertura: in corso le verifiche di stabilità
POMPEI-CASTELLAMMARE. Il consolidamento strutturale della grotta di San Biagio è uno dei principali interventi programmati dal Parco archeologico di Pompei. Prevede la collaborazione del Centro Interdipartimentale dei Beni Culturali (Cibec) dell’università di Napoli “Federico II”.
La grotta di San Biagio è un luogo di culto, unico nel suo genere in Costa del Vesuvio. Non è accessibile al pubblico per motivi di sicurezza, a causa di infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto della collina di Varano. È un sito religioso e culturale risalente al V-VI secolo d.C.
Situata ai piedi della collina di Varano, sotto la Villa di Arianna, a Castellammare di Stabia, la grotta di san Biagio è stata sottoposta ad un controllo di stabilità, nell’ambito del costone di cui fa parte con la volta interna alla grotta.
Si punta, con l’intervento, a dare sicurezza alla valorizzazione turistica del sito, considerato un monumento d’importanza fondamentale per l’intero comprensorio, in materia di archeologia cristiana del tardo Impero Romano.
Sulla collina di Varano sono state rinvenute da tempo presenze archeologiche significative. Altre potrebbero essere presenti ancora nel sottosuolo. Ora le indagini, di tipo geotecnico, del costone che contiene la grotta saranno effettuate da Cibec e saranno alla base delle opere di consolidamento e messa in sicurezza programmate per il sito culturale e religioso.
I prelievi di materiale verranno eseguiti a cura dell’Ente Autonomo Volturno (Eav), impegnato della realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria posta a valle del costone di Varano.
A riguardo bisogna precisare che l’iniziativa del traforo della collina di Varano da parte di Eav (per il raddoppio di linea) viene contestata da quanti, sul territorio stabiese, sono preoccupati per l’eventuale danno che l’intervento potrebbe arrecare ai giacimenti archeologici ancora inesplorati.
Per questo motivo, non tutti hanno condiviso la collaborazione del Parco Archeologico di Pompei con Eav nell’iniziativa di monitoraggio che prevede l’esecuzione di carotaggi fino ad una quota inferiore a quella d’imposta della grotta San Biagio, il posizionamento di inclinometri atti a misurare eventuali dissesti sul costone di Varano, rilievi topografici e saggi stratigrafici preventivi.
Alla fine, le prove di laboratorio sui campioni estratti dai carotaggi saranno effettuate presso l’Università “Federico II” di Napoli e forniranno i dati necessari al prosieguo delle attività scientifiche alla base dei lavori pubblici di messa in sicurezza della grotta di san Biagio.
«Si tratta – ha dichiarato il direttore Gabriel Zuchtriegel – di un contesto unico da recuperare e valorizzare, che si aggiunge al quadro storico delle testimonianze archeologiche dell’area di Stabia. Tutto il territorio è oggetto di grande attenzione da parte del Parco archeologico, che vi sta investendo 4 milioni di euro».
Oltre alle summenzionate ricerche sono stati programmati una serie di progetti ed opere nelle ville antiche sulla collina di Varano e per l’ampliamento del Museo “Libero D’Orsi”.
«L’importanza dell’antica Stabia si comprende, non ultimo, dalla vicenda della straordinaria statua del Doriforo, trovata nel 1976 nel territorio stabiese e finita negli Stati Uniti, che speriamo di riportare in Italia» ha concluso Zuchtriegel, che ha riferito di aver informato della vicenda il ministro della Cultura, insieme al procuratore capo del Tribunale di Torre Annunziata.
La Grotta di san Biagio, forse originatasi in epoca romana per via delle attività di estrazione del tufo, intorno al V-VI secolo d.C. fu probabilmente trasformata in un luogo di culto dove furono realizzati una serie di affreschi, oltre alla sepoltura di defunti.
Quando passò sotto il controllo dei Padri Benedettini, sulle arcate della navata principale furono raffigurati gli Arcangeli, tra cui San Michele e San Gabriele, oltre che altre splendide figure di santi, quali Santa Brigida e San Benedetto, San Pietro, San Giovanni Evangelista e San Renato.
La grotta di Varano prende il nome dal culto dei Santi Mauro e Giasone, fratelli romani martirizzati nei primi secoli del cristianesimo: il nome di quest’ultimo si trasformò, nel corso dei secoli, in Biagio.
Nel 1695, l’allora vescovo Annibale Di Pietropaolo decise di chiudere la grotta al culto perché frequentata da malviventi e trasferì il culto di San Biagio presso la Cattedrale di Stabia.