Le ipotesi sulle presenze giudaiche nell’antica Pompei

POMPEI. L’occasione della ricorrenza della Giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto (27 gennaio) è spesso, per gli archeologi, occasione di indagare sulle presenze giudaiche nell’universo delle scoperte pompeiane.

Si studiano evidenze formate da reperti e graffiti. Inoltre si valutano fonti scritte che testimoniano presenze di comunità giudaiche a Pompei, sulla base di studi in sedi giudaistiche sui flussi della diaspora in occidente, a partire dal primo secolo dopo Cristo.

Colpisce l’ipotesi di un consumo di un “garum kosher” denominato all’epoca “garum castum” e/o “muria casta”. Essa nasce dal riscontro dei traffici di mercatores operativi sul mar Mediterraneo dove Pompei, riguardo al garum, aveva una sponda importante nella penisola Iberica.

L’ipotesi nasce sulla base di un’argomentazione di Plinio, che nei suoi studi offre una classificazione dei tipi di garum, in cui quello presumibilmente riservato alla pratica della castità nei riti giudaici prevedeva che il pesce fosse privato dallo squame.

Il rinvenimento di anfore con iscrizioni che attestano l’uso diffuso di garum castimonialis non dimostra però che la suddetta portata fosse effettivamente consumata da comunità giudaiche anziché gentili, dal momento che le castimoniae erano ampiamente praticate nei culti esotici mediorientali.

È possibile, quindi, che i muria casta delle anfore pompeiane fossero destinati a seguaci di culti isiaci, notoriamente molto presenti a Pompei, anziché a giudei, di cui non esistono prove concrete di una forte presenza.

Presunzioni di presenze giudaiche a Pompei si evincono difatti da un graffito rinvenuto nella Casa del Criptoportico, il graffito “Sodoma e Gomorra” e il graffito “Poinium Cherem” seguito da due stelle a cinque punte. Inoltre, altre stelle dello stesso tipo sono state rinvenute nella Casa del Bracciale d’oro e in altre case di Pompei.

Significativa è l’iscrizione “Tru les Ioudaikoc”, ritrovata dipinta su diverse anfore vinarie, mentre vengono elencati a favore di presenze ebraiche a Pompei indizi su base epigrafica ed antroponimi frequenti, non suffragati da riscontri, perché se comprovano l’origine semitica di comunità, non è detto che esse siano giudaiche.

Il rilievo più importante della presenza ebraica a Pompei resta, a parte dati ed ipotesi avanzate, il dipinto murale del “Giudizio di Salomone” (nell’immagine di copertina, fonte: Parco archeologico di Pompei) rinvenuto nella Casa del Medico a Pompei (I secolo d.C.), attualmente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Mario Cardone

Mario Cardone

Ex socialista, ex bancario, ex sindacalista. Giornalista e blogger, ha una moglie, una figlia filosofa e 5 gatti. Su Facebook cura il blog "Food & Territorio di Mario Cardone".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *