Nel 1946 il misterioso voto di una nota attrice nel Santuario di Pompei

POMPEI. Nell’ottobre del 1946 a Pompei accadde un fatto davvero insolito, che destò tanto scalpore quanto incredulità: all’interno della Basilica della Beata Vergine, durante la recita del Rosario, un giovane notò una signora distinta, con l’impermeabile sulle spalle e il fazzoletto in testa, intenta a pregare tra un gruppetto di pellegrini. Le si avvicinò e le chiese un autografo.

Di lì a poco si scoprì che si trattava di Paola Borboni, una delle presenze storiche del teatro italiano, attrice tra l’altro con una carriera lunghissima, cominciata nel 1916. Partecipò anche a molti film,  lavorò in radio ed in televisione, anche se il suo vero mondo era il teatro, come lei stessa ha sempre ammesso (nella foto è intenta a pettinare una parrucca nel suo camerino).

L’attrice famosa era nella Basilica in incognito, ma perché mai? Ebbene, era venuta a Pompei non solo per pregare la Madonna, ma per essere ricevuta dal Vescovo monsignor Anastasio Rossi (nella foto, Patriarca di Costantinopoli, Prelato delegato Pontificio del Santuario di Pompei dal 1927 al 1948).

Il segretario del Vescovo rimase in un primo momento perplesso, ma poi trasmise la richiesta in Curia e l’attrice fu ricevuta. Al Patriarca di Costantinopoli spiegò il motivo del suo viaggio.

Voleva fare la serva: «È per un voto», aggiunse, e voleva entrare a servizio in una casa dove le avrebbero dovuto far fare lavori pesanti. Per un mese voleva lavare i pavimenti, riordinare le stoviglie, fare il bucato, portare pesi.

Avrebbe offerto il compenso alla Madonna con un nome falso, naturalmente, e nessuno avrebbe capito che si trattava di un voto. E visto che a Pompei allora c’era la crisi delle domestiche, l’attrice pensò che il presule l’avrebbe certamente aiutata a trovare una famiglia presso cui entrare a servizio.

Il Prelato l’ascoltò, facendo frequenti cenni con il capo e abbassando gli occhi ogni tanto. Quando l’attrice finì di parlare, il Vescovo le rispose che secondo lui bastava che fosse venuta in pellegrinaggio a Pompei e che avesse fatto il voto, con l’intenzione di mantenerlo.

Non c’era bisogno che lo portasse a compimento e aggiunse che, in qualità di Pastore di anime, lui si assumeva la responsabilità di quanto asseriva. Così la Borboni fu sciolta dal voto e poté tornare nella camera che aveva affittato presso una famiglia di Pompei (gli alberghi erano pieni di turisti e di pellegrini).

A Pompei, intanto, si diffusero le voci più strane e, senza volere, la Borboni fu al centro della curiosità generale. Il motivo per cui un’attrice così bella e famosa fece il voto non si è mai saputo e neanche il Vescovo lo rivelò mai.

Si disse che il suo voto fu fatto perché lei e la famiglia erano state risparmiate dalla tragedia della guerra. L’attrice, infatti, fece amicizia con una ragazza di Pompei che riuscì a intuire le ragioni della sua devozione e la confortò, dicendole che, ne era sicura, “la Madonna le avrebbe fatto la grazia”.

Nei giorni che seguirono, arrivò a Pompei una lettera destinata all’attrice e, dopo averla letta, i testimoni narrano che la Borboni si mise a cantare e saltare dalla gioia. Siccome si trattava di un segreto, Paola Borboni si fece promettere dall’amica che non l’avrebbe detto a nessuno e glielo confidò.

Il mistero fu svelato: “Avete visto il miracolo? “Lui” ha scritto!” disse l’attrice senza aggiungere altro. Dunque c’era un “lui” di mezzo e adesso a sapere erano in tre: Paola, la Curia e la sua amica pompeiana.

Bibliografia. Foto: archivio del sig. Luigi Ametrano e Publifoto. Fonte: “L’Europeo”, settimanale d’attualità, anno II, n. 43 del 27 ottobre 1946, pagina 4.

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Luigi Ametrano

Luigi Ametrano

Imprenditore alberghiero con la passione per la scrittura e la storia recente di Pompei

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