Gli scavi nella Regio V: luce su arredi e oggetti delle abitazioni di Pompei
POMPEI. Proseguono gli scavi nella Regio V, presso la domus del Larario, dove di recente sono stati scoperti ambienti arredati con mobilio e con molteplici suppellettili, di cui sono stati effettuati calchi in gesso. I nuovi scavi hanno interessato anche due ambienti a nord della Casa del Larario, appartenenti a un’altra casa.
Particolare interesse riscuote l’Ambiente 16. Il vano, di poco meno di 13 metri quadrati e con scarna decorazione parietale, ha custodito informazioni importanti.
L’esecuzione della tecnica della colatura del gesso, ha permesso di recuperare l’intero arredamento nonché parte del crollo del controsoffitto. I calchi hanno restituito i volumi di due letti di grandi dimensioni ed arricchiti dalla presenza di testate decorate.
Il primo letto, del tipo “a spalliera alta” utilizzato solitamente nei cubicoli è alto poco meno di 50 centimetri. Su di esso sono ancora evidenti tracce del tessuto, forse pertinente al materasso. Ai piedi del letto, forse c’era coperta frettolosamente arrotolata.
Sotto ad un piede, c’era una zeppa di legno, utilizzata per non far barcollare il letto, considerato che poggiava su un pavimento in battuto e non perfettamente orizzontale. Questo letto è arricchito da una testata formata da pannelli lignei decorati.
Del secondo letto, anch’esso “a spalliera alta” e con dimensioni simili al primo, si riesce a ricostruire poco della struttura lignea, in quanto il mobile è stato in gran parte coperto dal crollo del controsoffitto. Anche questo ha testate lignee, ma la decorazione è impreziosita dalla presenza di intarsi in osso.
Al di sopra di questo secondo letto, c’è una parte del crollo del controsoffitto. Esso rappresenta uno dei pochissimi esempi materiali di tale tecnica di alleggerimento dei solai.
Il crollo del controsoffitto ha condizionato la conservazione del letto, ma ha salvaguardato l’integrità di altri due reperti eccezionali. Ai piedi del secondo letto, c’è la traccia del fondo di una cesta in vimini di poco più di 30 centimetri di diametro e di un piccolo mobile contenitore quadrangolare di circa 50×45 cm.
È stato rinvenuto anche una sorta di “comodino” a tre mensole, posto nello spazio tra i due letti. Un vero e proprio espositore in legno, forse non appoggiato a terra ma appeso al muro, utile per posare lucerne per la notte ed altri oggetti di uso quotidiano.
C’è anche un bauletto quadrangolare in vimini di circa 40×20 centimetri, intrecciato con tanto di coperchio e chiusura a nodo. Si tratta di un unicum nel suo genere: una sorta di necessaire in cui probabilmente i proprietari riposero parte dei loro oggetti importanti ma che, evidentemente, non ebbero modo di portare con sé al momento della fuga.
Questo piccolo scrigno, che si spera conservi oggetti utili a conoscere il vero status dei proprietari e a dare una lettura migliore anche della loro quotidianità, sarà oggetto di indagini in microscavo nei prossimi giorni.
Infine, sotto uno dei letti c’era un sandalo in cuoio e sughero (ma mancano le fascette), recuperato in forma di calco in gesso. Ed era solo: dunque fu lasciato sotto il letto nel giorno dell’eruzione ed è un po’ il simbolo “dell’altra Pompei”, che non è la grande casa sontuosamente decorata. Fonte foto: Pap.