Il dono al Papa dai detenuti di Secondigliano: lo consegna don Giovanni, parroco di Pompei
POMPEI. Domenica scorsa, Giornata mondiale dei poveri, Papa Francesco ha indossato una casula realizzata dai detenuti del carcere di Secondigliano a Napoli, che mercoledì 9 novembre 2022 hanno incontrato il Pontefice, accompagnati da don Giovanni Russo, sacerdote del clero pompeiano nonché parroco di Santa Maria Assunta in Cielo, nella città mariana.
La comitiva di pellegrini pompeiani ha incontrato il Santo Padre a margine dell’udienza generale. Don Giovanni, sacerdote molto stimato specialmente dalla gioventù locale, è il cappellano del carcere napoletano di Secondigliano, dove alcuni detenuti sono impegnati nel laboratorio sartoriale “Albussacer”.
Nel laboratorio è stata realizzata una casula, cucita su misura per il Santo Padre. Domenica scorsa una rappresentanza di detenuti della casa circondariale napoletana ha donato la veste liturgica al pontefice.
«I detenuti – ha detto il Papa – sono l’immagine più vicina al Signore addolorato». Oltre che da don Giovanni, che sente in modo speciale il carisma di Bartolo Longo nella cura dei carcerati e delle loro famiglie, la delegazione è stata accompagnata a Roma da don Raffaele Grimaldi, ispettore dei cappellani d’Italia, e Giulia Russo, direttrice dell’istituto di pena di Secondigliano.
Il sentimento di misericordia è assiduamente coltivato nell’ambito della Chiesa pompeiana nello spirito di osservanza della benevolenza manifestata da Bartolo Longo per questa categoria di penitenti e delle loro famiglie.
Bartolo Longo dimostrò una particolare predilezione per i figli di carcerati ed istituì un ospizio, affidando ai Fratelli delle Scuole Cristiane la loro accoglienza, educazione, formazione scolastica e avviamento al lavoro.