Casa dei Dioscuri e Villa di Diomede: presentate a Pompei le dimore restaurate
POMPEI. Nuovi percorsi di visita nella città antica attraverso l’apertura della Villa di Diomede e della Casa dei Dioscuri, due grandi edifici di Pompei che aprono al pubblico al termine degli interventi di messa in sicurezza e restauro.
Le due residenze sono state presentate nel corso della conferenza stampa di mercoledì 9 novembre 2022, cui hanno preso parte il direttore del parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel, il direttore generale del Grande Progetto Pompei (Gpp), Giovanni Di Blasio e il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio. Atteso alla presentazione anche il direttore generale dei Musei Italiani Massimo Osanna, poi trattenuto da altri impegni istituzionali.
Con queste due attese aperture, il Parco Archeologico avvia la restituzione alla fruizione di grandi dimore, che oltre ad aggiungersi all’offerta di visita della città antica, prevedono il potenziamento dei percorsi dedicati alle persone con disabilità con una percorribilità fino al 90%.
È il caso, ad esempio, dei due piani del complesso della Villa di Diomede e della rigenerazione dei giardini della Casa dei Dioscuri, vero fulcro della vita domestica e dell’organizzazione spaziale e visuale della lussuosa dimora.
Una rigenerazione del verde realizzata attraverso una nuova interpretazione dei dati archeologici e una vera e propria materializzazione delle pitture di giardino della casa, oggi quasi invisibili ma testimoniate dai disegni dei visitatori ottocenteschi.
Più in generale, garantire l’accessibilità e l’inclusione sempre maggiore di tutti i visitatori e in più edifici di Pompei, è una priorità che il Parco archeologico sta perseguendo ed affinando in tutti i suoi progetti di restauro. A questo si affianca la valorizzazione dei giardini e delle aree verdi in generale, che sono parte integrante del paesaggio della città antica.
Presso la Villa di Diomede sono stati presenti anche bambini e adolescenti con autismo e disabilità cognitiva del Centro riabilitativo di Pompei. I ragazzi e le loro famiglie – nell’ambito di una convenzione promossa dal Parco Archeologico con la cooperativa sociale “Il Tulipano” – stanno seguendo un percorso di agricoltura sociale.
Il progetto prevede la raccolta della frutta nei giardini delle domus, nel vivaio e nei frutteti dell’area archeologica – a cominciare da melograni e mele cotogne per poi proseguire con i frutti del biancospino, gli agrumi, le sorbole – e la trasformazione in succhi e marmellate, sulla base di ricette desunte da autori antichi come Plinio.
«Queste aperture chiudono definitivamente i restauri del Grande Progetto Pompei, a cui risale la progettazione di entrambe le domus, che dall’inizio si è orientata nella direzione della piena accessibilità e della completa fruizione dei monumenti da parte di tutti i visitatori, al pari delle opportunità» ha fatto sapere Massimo Osanna, direttore generale dei Musei Italiani.
«A questo – ha proseguito – si aggiunge la grande attenzione anche ai giardini e alle aree verdi in generale, parti integranti della domus. L’approccio adottato con il Grande Progetto Pompei si conferma essere stato un modello di sostenibilità, che sin dai primi progetti ha dato priorità al valore della multidisciplinarietà e alla collaborazione tra le diverse competenze archeologiche, architettoniche, ingegneristiche, botaniche e di restauro».
«Il compito di noi archeologi – ha detto invece il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel – è di raccontare l’eccezionalità della vita comune, che a Pompei possiamo ricostruire grazie a reperti unici, tra cui i calchi delle vittime e di oggetti d’uso quotidiano, ma anche di rendere accessibile e comune per tutti, quello che in antico era molto esclusivo».
«Apriamo oggi due dimore eccezionali, appartenenti all’élite dell’antica Pompei, nell’ottica di una sempre maggiore inclusione, che non è solo quella fisica, di abbattimento delle barriere, ma anche culturale e sociale».
«Attraverso i giardini e gli spazi verdi, possiamo offrire delle esperienze che consentono una comprensione più ampia della realtà storica di Pompei e del suo territorio».
«Ricordo che oltre al progetto di riqualificazione delle aree verdi, che ha visto collaborare bambini e adolescenti con autismo e altre forme di disabilità, nei lavori di manutenzione e restauro dei giardini della Casa dei Dioscuri hanno collaborato anche alcuni giovani che, grazie all’istituto della messa alla prova, nell’ambito di una convenzione tra il Parco Archeologico e il Tribunale di Torre Annunziata, hanno svolto lavori di pubblica utilità».
«Dopo gli importanti risultati ottenuti con il Grande Progetto Pompei – conclude il direttore – ora ci impegniamo a rendere il territorio sempre più partecipe della nostra visione e le due case che oggi consegniamo alla fruizione pubblica ne sono un’espressione esemplare».
«È un momento molto significativo per il Grande Progetto Pompei – ha detto Giovanni Di Blasio, direttore del Gpp – perché il recupero degli apparati decorativi e il recupero architettonico-strutturale della Casa dei Dioscuri sono il segno di un lavoro, quello del Grande Progetto, che si conclude».
«Anche la progettazione della Villa di Diomede è stata finanziata dal Gpp e perciò ci tengo a sottolineare che tutta la progettazione finanziata è stata poi finalizzata con lavori» ha concluso Di Blasio.
«Ringrazio il direttore Zuchtriegel per il suo impegno e accogliamo con piacere la riapertura di due domus» ha detto il sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, che ha aggiunto: «Dobbiamo fare in modo che la cultura sia fruibile da tutti. Per questo vogliamo allargare i confini della nostra città ai Comuni vicini e a tal fine abbiamo richiesto l’apertura di Porta Vesuvio».