Quando il tram fermava davanti al Santuario di Pompei

POMPEI. All’inizio del Novecento anche Pompei ebbe il “suo” tram e le iconiche foto delle rotaie e della vettura davanti al Santuario rappresentano una testimonianza preziosa di un’epoca ormai lontana nel tempo. La tramvia Salerno-Valle di Pompei era una linea tranviaria che univa Salerno con Pompei, passando per i centri abitati dell’agro nocerino-sarnese.

La prima tratta venne inaugurata il 4 agosto 1909 ma la linea fu completata il 15 giugno 1911 con l’apertura dell’ultimo tratto del percorso che era Pagani-Angri-Valle di Pompei. Il capolinea era posto alla fine del corso principale che portava al Santuario della Beata Vergine del Rosario (oggi angolo tra via Lepanto e piazza Bartolo Longo).

La tramvia rappresentò un’infrastruttura di grande importanza strategica, che permise di collegare non solo Salerno a Pompei, già all’epoca luogo di grande culto religioso, ma anche a tutte le altre città dell’agro. La linea fu costruita a scartamento metrico, era lunga circa 30 chilometri e composta con binari a rotaia di tipo “Phoenix” su di un doppio strato compresso di ghiaia, uniti tra loro con tiranti di acciaio e bullonati. Il prezzo del biglietto era di 5 centesimi per chilometro, con un minimo di 10 centesimi.

Le vetture erano agili ed eleganti, del peso di 13 tonnellate, della lunghezza di 8,30 metri e della larghezza di 1,90 metri. Gli scompartimenti delle vetture di prima e seconda classe, oltre quelle di classe unica, erano realizzate con telai in vetro e tendine e telai a perno per la ventilazione.

Il 16 febbraio 1924 il capolinea di Valle fu spostato presso la stazione Pompei Santuario della Circumvesuviana, offrendo la possibilità di interscambio con la ferrovia Napoli-Poggiomarino e per venire incontro alle esigenze economiche degli utenti venne applicata una tariffa integrata tra i due vettori di trasporto.

La foto, ricavata da una cartolina d’epoca, mostra il tram al capolinea di Valle di Pompei alla fine di via Provinciale (oggi via Lepanto). L’immagine risale probabilmente ai primi mesi di funzionamento della linea, perché sullo sfondo, come potrete notare, manca la sagoma del campanile, il cui cantiere iniziò nel 1912 per terminare nel 1925.

Sul lato destro si vede maestosa la facciata del Santuario (dedicata alla Pace Universale) con la torre merlata dell’Osservatorio Meteorologico. Il tram è in fermata all’altezza dell’allora Albergo d’Italia (demolito nel 1929 per la creazione della piazza davanti al Santuario).

Il mezzo è aperto e non si scorgono sagome al suo interno. Un passante in tutta fretta, mantenendosi il cappello, attraversa proprio davanti al tram.

Capitava spesso, prima del passaggio di questi mezzi, che qualche bambino  posizionasse sulle rotaie le classiche “pezzette”, che erano una sorta di cartine di  colore rosso, con all’interno piccole quantità di polvere da sparo. Il tram, passandoci sopra, creava delle innocue esplosioni in sequenza, che erano il passatempo innocente dei bimbi dell’epoca.

La “magia” del tram, però, svanì presto da Pompei. Agli inizi degli anni ’30, infatti, un nuovo veicolo fece capolino nel panorama dei trasporti pubblici e rivoluzionò l’intero settore: la filovia. Ritenuta di grande affidabilità e con una maggiore velocità commerciale, essa gradualmente prese il sopravvento sul vecchio tram, che alla fine degli anni 30 cessò la sua attività. Fonte: sito clamfer (aut. Alfani- Bevere).

Luigi Ametrano

Luigi Ametrano

Imprenditore alberghiero con la passione per la scrittura e la storia recente di Pompei

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