Ercolano, riprese le visite all’antico teatro sotterraneo
ERCOLANO. Sono ripartite le visite al percorso sotterraneo del Teatro del Parco Archeologico di Ercolano. I visitatori potranno trasformarsi in veri e propri esploratori con caschi, mantelline e torce, per andare alla scoperta della storia dell’antica città.
Il Teatro sarà visitabile ogni sabato fino a dicembre, con una pausa estiva nei mesi di luglio e agosto. Sono previsti sei turni di visita, per gruppi formati da non più di 10 persone per volta. I visitatori verranno condotti in un viaggio nel tempo attraverso i cunicoli settecenteschi accompagnati dal personale del Parco.
«La visita è una vera e propria esperienza di esplorazione – interviene il direttore del Parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano – sulle tracce dei visitatori che nei secoli hanno attraversato alla luce delle fiaccole i pozzi e le gallerie creati dagli ingegneri dell’esercito borbonico».
Le visite si svolgono il sabato alle ore 9:00, 10:00 (turno in lingua inglese), 11:00, 14:00, 15:00 (turno in lingua inglese) e 16:00. I biglietti potranno essere acquistati on-line sul sito www.ticketone.it, e direttamente presso la biglietteria del Parco; con l’occasione della riapertura del teatro verranno attivate nuove tariffe estremamente vantaggiose per favorire la visita e la conoscenza di questo tesoro nascosto. Per maggiori info ercolano.beniculturali.it.
Sepolto dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., il Teatro Antico del Parco Archeologico di Ercolano, nel 1738, fu il primo monumento ad essere scoperto nei siti vesuviani nel corso del Settecento. Nello stesso anno il re Carlo III di Borbone diede avvio ad un’intensa attività di scavo che segnò il punto di inizio dell’archeologia occidentale moderna.
Il teatro di Ercolano aveva una capienza di circa 2.500 persone, fu costruito all’epoca dell’imperatore Augusto. Uno dei pochi teatri antichi dei quali conosciamo non solo il nome del benefattore che ne finanziò la costruzione (Lucio Annio Mammiano Rufo), ma anche quello dell’architetto (Publio Numisio).
La forma del teatro è quella tipica romana con la cavea divisa in tre ordini: ima (bassa), media e summa (alta) cavea. Le persone prendevano posto nei diversi settori in base allo status sociale, la zona più bassa era quella di maggiore prestigio, e al genere (le donne in summa cavea).
Nella parte superiore della cavea sono stati rinvenuti tre tempietti che dovevano ospitare statue di imperatori. Ai lati della cavea, si trovavano i tribunalia, una sorta di palchi d’onore riservati ai “vip” dell’epoca. I due tribunalia conservano le iscrizioni marmoree dedicate a Marco Nonio Balbo, benefattore di Ercolano, e ad Appio Claudio Pulcro, membro di un’importante famiglia di Roma.
Il teatro suscitò grande interesse fin dal suo ritrovamento; nel corso del Settecento e dell’Ottocento divenne luogo scelto dai colti viaggiatori che giungevano a Napoli da ogni parte d’Europa e divenendo tappa del Grand Tour.
Il monumento è ancora oggi accessibile attraverso le scale realizzate in età borbonica, scendendo a più di 20 metri sotto il materiale eruttivo. Il percorso è concepito come una vera e propria esplorazione. Fonte foto: Pa-Erco.