Le cure odontoiatriche per pazienti autistici

POMPEI. L’igiene e la salute del cavo orale sono necessità comuni a tutti. A chiunque può quindi capitare di doversi sottoporre ad una visita odontoiatrica, a una cura o, addirittura, a un intervento ben più invasivo sull’arco dentale.

È un’eventualità di per sé “poco gradita” a tutti, ma per un paziente con “bisogni speciali”, tuttavia, queste situazioni diventano una fortissima fonte di stress e di malessere. E quando ciò accade diventa complicato operare anche per l’odontoiatra.

Il Ministero della Salute definisce i pazienti “con bisogni speciali” come coloro che nell’operatività preventiva, diagnostica e terapeutica richiedono tempi e modi diversi da quelli di routine, perché magari non autonomi e/o non collaborativi. In questo secondo caso necessitano anche di un ambiente operativo opportunamente attrezzato e di personale medico ed assistenziale adeguatamente formato.

Tra questi tipi di pazienti rientrano quelli affetti da disturbi dello spettro autistico, che sono di origine neuropsichiatrica: benché quasi sempre autonomi, si presentano spesso “non collaborativi” rispetto all’intervento dell’odontoiatra. Cosa fare in questi casi?

Ne parliamo con il dottor Fausto D’Ermo, odontoiatra, esperto nel trattamento dei pazienti con “bisogni speciali”, tra cui ci sono, appunto, quelli autistici.

Quali difficoltà ci sono con i pazienti affetti da autismo?
«Per questi pazienti può essere molto difficoltoso un intervento odontoiatrico per patologie del cavo orale, perché magari da parte loro non c’è collaborazione, se non per un tempo limitato. Le stesse difficoltà si possono incontrare anche soltanto per far loro seguire una cura, assumere un medicinale o per una semplice visita. Ciò accade perché per i pazienti autistici la visita dal dentista (o una visita medica in generale) è un evento molto stressante. È un qualcosa che li distoglie dalle loro attività abitudinarie».

Cosa si può fare in questi casi?
«Bisogna innanzitutto dire che non si può generalizzare, ogni caso è diverso dall’altro. Con alcuni basta usare un po’ più di sensibilità, con altri questa strada non è sufficiente perché potrebbero mostrare aggressività. Diciamo che ciò che conta più di tutto sono le competenze e le capacità del professionista e del personale medico nel relazionarsi con pazienti autistici».

Che ruolo giocano i familiari di un paziente autistico?
«Possono aiutare molto il professionista. I parenti dei pazienti con bisogni speciali, essendo responsabili dell’assistenza degli stessi, rappresentano i migliori interpreti dei sintomi, delle abitudini, delle preferenze e delle avversioni del paziente. È per questo che devono essere coinvolti nei processi decisionali di cura e monitoraggio nel tempo».

Da un punto di vista medico, quali sono le problematiche che riscontra in pazienti affetti da autismo?
«Le patologie orali cui vanno incontro sono quelle comuni a tutti, dalle più semplici alle più complesse. Il problema più complicato si verifica quando un paziente autistico arriva dal dentista con una situazione orale già sostanzialmente compromessa. Ciò accade proprio in virtù del fatto che spesso ritardano la visita odontoiatrica perché per loro è una grande fonte di stress emotivo e psicologico».

E dopo la cura o dopo l’intervento odontoiatrico?
«Anche in questa fase bisogna valutare caso per caso. Molto dipende dalla possibilità del paziente di seguire una corretta igiene orale, da solo o tramite le persone che se ne prendono cura. Quando è possibile, si programmano le visite a distanza più ravvicinata. Anche in questo caso è fondamentale la preparazione del personale medico nel ridurre nel paziente autistico la sensazione di stress derivante dalla visita».

Info:
Studio Odontoiatrico Dr. D’Ermo Fausto
Pompei – Via Parroco Federico 27
Tel. 3381114128

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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