“Il Teatro rinasce con te”: al via la nuova edizione del Campania Teatro Festival

NAPOLI. Si è tenuta martedì 26 aprile la conferenza stampa di presentazione della XV edizione del Campania Teatro Festival. Il Festival comincerà il 10 giugno 2022 e si protrarrà fino al 12 luglio, con 33 giorni totali di programmazione che spaziano dalla danza alla prosa, passando per la musica, il cinema, la letteratura. Si tratta di un’edizione che nasce all’insegna dell’eco-sostenibilità e, come già per le edizioni precedenti, della multidisciplinarità.

Con il sostegno della Regione Campania e l’organizzazione della Fondazione Campania dei Festival, riserva particolare attenzione alla politica dei prezzi estremamente oculata – biglietti tra i 5 e gli 8 euro, con ingresso gratuito per le fasce più deboli – con l’intento di riavvicinare le persone a quel luogo magico che è il teatro, duramente provato dalla pandemia.

«Il teatro rinasce con noi» recita lo slogan del Festival, ma vale anche il contrario, perché lo stesso spettatore rinasce con il teatro, e chi non frequenta il teatro, di questa opportunità di rinascita è del tutto ignaro e questo lo rende più povero e forse anche un po’ meno vivo.

Ruggero Cappuccio, alla sua sesta direzione, pone l’attenzione sulla quantità di debutti assoluti e nazionali che include la programmazione, sul carattere inclusivo del Festival, su come esso riesca ad essere una voce rappresentativa nel panorama dei Festival nazionali.

Cosa tanto più sorprendente se si tiene conto che si tratta di un Festival del Sud che è riuscito a resistere alle difficoltà economiche, in un momento in cui i festival sono evidentemente in crisi.

È riuscito anche a dare lavoro a più di 1.700 lavoratori dello spettacolo, che ancora lottano per una legislazione che ne riconosca i diritti e l’importanza fondamentale per il fiorire culturale e sociale della nazione, tanto più in un Paese come l’Italia, universalmente riconosciuto come patria della cultura e paradossalmente osteggiato nella crescita della stessa dall’interno: paradossi tutti italiani.

Il Campania Teatro Festival invece vuole sottolinearla questa centralità della cultura, il suo riuscire ad essere un attrattore pulito, la sua funzione terapeutica e la sua capacità di fare comunità.

Sotto quest’auspicio ci si propone di avviare quest’edizione, con l’idea di offrire un’occasione di riaggancio alla socialità, di riaccendere un dialogo, di affrontare i tempi bui in cui ci troviamo con una maggiore consapevolezza.

Bisogna imparare a fare i conti con il coraggio dell’abbandono, e questo ce lo insegna il teatro, bisogna sapersi abbandonare al sogno ed alla visione, bisogna saper chiedere l’incredibile perché qualcosa accada ed ancora una volta, in questo, il teatro ci viene in aiuto.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parla del Festival come di un’occasione per tenere aperti i canali di comunicazione, come di un motivo di orgoglio, per la sua ampia diffusione territoriale, il suo essere complesso, il suo farsi sollecitazione per il pensiero, i suoi raccordi con le scuole, le università, gli istituti nazionali, il suo puntare tutto sulla cultura, la sola a poter offrire una prospettiva di libertà.

Concetti che riecheggiano anche nelle parole di Alessandro Barbano, amministratore unico della Fondazione Campania dei Festival che sottolinea la funzione vitale e necessaria del teatro, il cui fuoco bisognerebbe tener sempre acceso.

Come per la precedente edizione è confermata come sede principale del festival il Museo e Real Bosco di Capodimonte in cui saranno allestiti quattro palchi grazie alla collaborazione con il direttore Sylvain Bellenger.

Durante il suo intervento alla conferenza stampa il direttore, con l’intento di mostrare l’importanza di un festival in tempi di guerra e pandemia, ricorda la mostra Picasso e Napoli. Parade organizzata nel 2017 a Capodimonte.

Parade è un balletto del 1917, che risale all’era dei Balletti Russi sotto la direzione di Diaghilev, di cui Picasso curò sipario, scene e costumi e che segnò una svolta definitiva nel gusto, nei soggetti, nelle produzione dei Balletti Russi e che fu portato in scena durante gli anni più bui del primo conflitto mondiale. L’arte, la cultura, la creatività, sono la miglior risposta alla guerra, lo furono allora e lo sono oggi.

La programmazione del Festival è consultabile on-line suddivisa in 9 sezioni: Prosa nazionale, Prosa Internazionale, Danza, Osservatorio, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Progetti Speciali.

Forse nei tempi cupi e nebulosi in cui ritroviamo ritornare a dare spazio e valore a ciò che è così profondamente ed intimamente umano è davvero la miglior cosa che possiamo fare, riscoprirci umani quando quanto di più disumano esista ci circonda.

Nicoletta Severino

Nicoletta Severino

Danzatrice e coreografa, dirige la scuola di danza "Attitude" di Napoli. Proviene da studi filosofici e collabora con varie testate, trattando temi di attualità, di arte e di cultura.

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