Covid e bambini: come e perché proteggerli. La pediatra: «Vaccino principale forma di protezione»

POMPEI. Nonostante il Covid19 sembri preoccupare sempre di meno e le misure di precauzione si stiano via via allentando, dagli operatori sanitari arriva l’invito a non abbassare ancora la guardia. Paola Di Martino, pediatra dell’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia, ci ha spiegato come e perché è ai più piccoli, in questa fase, che dovremmo prestare particolarmente attenzione.

All’inizio della pandemia è stato spesso ripetuto che il Covid19 non ha effetti particolarmente gravi sui bambini e che, in linea generale, non corrono rischi. Questo è ancora vero?
«Purtroppo no. Soprattutto nelle ultime ondate si sono registrati aumenti di contagi anche nelle fasce più giovani, a partire dall’età neonatale fino a quella adolescenziale. È vero che molto spesso i bambini hanno contratto il virus in forma asintomatica o paucisintomatica ma ci sono stati anche ricoveri in terapia intensiva pediatrica. Anche in questo caso si trattava il più delle volte di soggetti in cui si presentavano altre patologie».

A cosa attribuisce questo aumento dei contagi tra i bambini?
«Sicuramente al fatto che nella fase delle riaperture e ad esempio del ritorno a scuola i bambini non erano ancora vaccinati, quindi rappresentavano la parte meno protetta della popolazione».

Prima parlava di soggetti paucisintomatici. Più nello specifico quali sono i primi sintomi a cui bisogna fare attenzione nei più piccoli?
«I sintomi sono simili-influenzali, quindi tosse, raffreddore, naso che cola, mal di gola, ecc. La febbre è più rara. Solo nei casi più complessi si rileva anche l’aumento della temperatura».

In caso di un bambino che contrae il Covid, o anche di un bambino che vive con un genitore che ha contratto il Covid, una delle difficoltà maggiori è indubbiamente quella di “isolare” il piccolo, che magari non è autonomo. Come si può gestire una situazione del genere in famiglia?
«Sicuramente l’utilizzo della mascherina è attualmente la misura più efficace. Possono essere d’aiuto anche i guanti, ma la trasmissione è prevalentemente aerea e la mascherina in questo senso protegge o comunque riduce la possibilità di un contagio».

Dottoressa, lei pensa che rispetto al Covid 19 abbiamo abbassato un po’ troppo la guardia?
«Probabilmente sì. L’aumento dei contagi è sicuramente dipeso anche dal fatto che le mascherine vengono usate sempre di meno e che sono riprese le occasioni di assembramento. In più sono stati mesi freddi ed era inevitabile trascorressimo più tempo in luoghi chiusi, quindi la diffusione del virus è stata enorme».

Adesso però andiamo incontro alla bella stagione. Dopo tanti sacrifici i più giovani, bambini e adolescenti compresi, hanno voglia e bisogno di libertà. Che consiglio può dare ai genitori per tutelare i figli in questa fase?
«Il consiglio principale è quello di vaccinare i bambini a partire dai 5 anni in poi. Il vaccino è la principale forma di protezione. Poi chiaramente non bisogna abbassare troppo la guardia, sarebbe bene evitare luoghi chiusi affollati, e in caso di sintomi simil-influenzali è importante effettuare rapidamente il tampone, anche antigenico, per identificare casi paucisintomatici evitando la trasmissione del virus e quindi nuove ondate».

A proposito di vaccini, possiamo tranquillizzare le famiglie?
«Sì, i vaccini sono sicuri, ormai sono ampiamente diffusi e gli effetti collaterali principali non si sono verificati nell’età pediatrica, quindi mi sento di tranquillizzare le famiglie e soprattutto di consigliarli, anche per prevenire ulteriori ondate. Perché andando incontro alla primavera e all’estate la problematica è meno evidente ma si potrebbe ripresentare nella stagione autunnale-invernale. I vaccini sono l’unico modo per evitarlo, proteggere i bambini e uscire da questa situazione».

Valentina Comiato

Valentina Comiato

24 anni, laureata in lingue ma con un innato amore per la penna. Per Made in Pompei scrive di piccole realtà, grandi talenti e bei progetti.

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