Rapina-choc al b&b, il ricordo della vittima: «Fuggii da Pompei dopo quella notte da incubo»

POMPEI. «Tutta la mia famiglia è soddisfatta perché le forze dell’ordine hanno infine chiuso il cerchio. Io lasciai Pompei due anni fa proprio a causa della rapina subita. Il mio sogno, ora, è di ritornare a casa per lavorare nella città che amo».

A parlare è Pietro Scarrico (nella foto) il 35enne ex albergatore cittadino e superstite della notte d’inferno, in stile “Arancia Meccanica”, vissuta la notte del 9 agosto 2020 all’interno del b&b di famiglia “Villa Aurelia”, dove un commando di banditi – composto da sei persone – tentò una feroce rapina a mano armata.

La struttura ricettiva, all’epoca, era gestita da Pietro e dai suoi genitori, papà Agostino e mamma Aurelia. Il commando entrò in azione in piena notte, usando due auto rubate di cui una con lampeggiante.

I malviventi, infatti, si finsero dei “perfetti” carabinieri. «Ricordo che recitarono una scena credibile, quasi da premio Oscar. Erano professionali, parlavano tutti come dei veri carabinieri» ricorda ora Pietro, una delle principali vittime dell’efferata rapina a mano armata con sequestro di persona.

I primi quattro presunti responsabili del raid furono arrestati poco dopo. In tre, a oggi, hanno già subito una condanna di primo grado: 13 anni di carcere a testa per M.M., di Castellammare di Stabia, e G.T. di Catania; 8 anni, invece, sono stati inflitti ad A.A., 24enne stabiese. I tre, assieme a C.C., sono accusati di aver partecipato al folle raid nel b&b di Pompei.

«Ricordo che, in quella notte, i presunti banditi mi sequestrarono dicendo: “Apri la porta, cerchia­mo un latitante”. In quel momento pensai di collaborare con la giustizia, non ebbi il tempo di avvertire paura o sgomento» racconta sempre la vittima.

Lo scorso 1° marzo, i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno infine chiuso il cerchio, arrestando gli altri due presunti componenti della banda armata. Si tratta di due malviventi, uno di Poggiomarino e l’altro di Striano, accusati di rapina pluriaggravata, porto illegale di arma da fuoco e ricettazione.

«Sono davvero contento. Le forze dell’ordine hanno arrestato tutti» dice oggi Pietro. Dopo lo choc subito, il 35enne aveva deciso di lasciare per sempre la sua Pompei, trasferendosi poi a Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano, dove tuttora vive e lavora come agente della Municipale.

«Dopo la rapina nel b&b ho cambiato la mia vita. Adesso – conclude la vittima – ho però un sogno da realizzare. Il Comune di Pompei ha indetto un concorso per agenti della polizia locale. Ebbene, vorrei ritornare a casa. Sarebbe fantastico contribuire, anche se nel mio piccolo, a dare un senso di sicurezza ai miei concittadini».

Salvatore Piro

Salvatore Piro

Giornalista pubblicista. Papà di Gaetanino.

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