Pompei, un bene confiscato alla criminalità diventa simbolo dei valori dello Sport

POMPEI. Nuova vita per un bene confiscato alla camorra. Si tratta di una parte di villa Cascone, l’ex regno di Alfonso alias pezza ‘nculo, il latitante del clan Cesarano acciuffato dai carabinieri nel 2002 dopo aver partecipato alla strage di Sant’Alessandro del 1984 a Torre Annunziata.

Il bene è stato ieri affidato a un’associazione sportiva dilettantistica, la Asd movimento sportivo “Bartolo Longo” del presidente Giuseppe Acanfora: l’associazione che da 17 anni è impegnata nella Corsa per la Pace Napoli-Pompei.

Presenti ieri alla cerimonia di consegna dell’ex covo di camorra – 2 dei 4 appartamenti tenuti fino a ieri in stato di degrado – il sindaco del Comune di Pompei, Carmine Lo Sapio, l’assessore comunale al Patrimonio, Ciro Cascone, l’assessore regionale alla Legalità, Mario Morcone.

Alfonso Cascone ebbe un ruolo fondamentale nella mattanza di camorra avvenuta nel 1984 a Torre Annunziata. In quella occasione un commando di quattordici persone, una volta giunto in città a bordo di un pullman, aprì il fuoco davanti al bar Circolo del Pescatore, uccidendo sette esponenti del clan camorristico Gionta.

Ma assegnare i beni non basta. Le esperienze degli enti del Terzo Settore, che in Campania stanno donando nuova vita ai beni confiscati, continuano a descrivere un quadro costellato da tantissime difficoltà.

«L’iter giudiziario è troppo lungo – dichiara l’assessore regionale alla Legalità, Morcone – il primo problema deriva dai tempi incerti per la confisca definitiva ad opera dell’autorità giudiziaria. Un secondo problema, poi, deriva dalla disponibilità dei Comuni a prendere in consegna i beni, ma soprattutto a lavorarci, proponendo in Regione dei progetti per il loro recupero».

«I Comuni della Campania, soprattutto di piccole dimensioni, sono messi molto male con i loro uffici tecnici. Talvolta anche stilare un solo progetto di ristrutturazione mette gli uffici tecnici in seria difficoltà. In Campania – conclude l’assessore – serve darsi una svegliata sui beni confiscati ai clan». Fonte foto: Comune di Pompei.

Salvatore Piro

Salvatore Piro

Giornalista pubblicista. Papà di Gaetanino.

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