Pompei, una nuova tecnologia per la gestione digitale delle attività di manutenzione

POMPEI. Il Parco archeologico di Pompei si conferma, ancora una volta, campo privilegiato per l’applicazione di nuove tecnologie di rappresentazione e monitoraggio di strutture archeologiche. A novembre 2021 sono partite, infatti, nuove attività di ricerca sperimentali, tra cui il rilievo con laser scanner della domus di Arianna: i dati così raccolti confluiranno in una piattaforma Hbim, che per la prima volta sarà applicata al contesto archeologico pompeiano.

Hbim è l’acronimo di Heritage Building Information Modeling, una tecnologia che consente di acquisire informazioni per la gestione digitale integrata dei processi di conservazione, programmazione e manutenzione del sito, e che mira a favorire una gestione del patrimonio archeologico sempre più orientata alla sostenibilità economica e ambientale.

Avere a disposizione un modello digitale Hbim implementabile di una domus o di un edificio archeologico permette di avere a disposizione un database da consultare (con l’ausilio di strumenti informatici dedicati al facility management) per pianificare in modo strategico le operazioni di manutenzione.

In questo modo è possibile gestire in maniera ottimale il monitoraggio del degrado (anche strutturale) dell’edificio, attraverso un confronto informatizzato tra un dato inserito nel modello digitale e lo stesso dato rilevato in tempo reale tramite sensori.

Inoltre la tecnologia Hbim ottimizza la pianificazione degli interventi di restauro, la catalogazione delle informazioni legate all’opera, che vengono in questo modo preservate tramite un archivio digitale in cloud, e la simulazione degli effetti di eventi catastrofici (ad esempio, i terremoti).

Il progetto è realizzato dal Parco archeologico di Pompei assieme all’Università “Federico II” di Napoli, che dal 2010 ha seguito per il sito di Pompei i progetti di miglioramento dell’accessibilità “Pompei accessibile”, “Accordo Deloitte” e “Enhancing Pompeii”; dal Politecnico di Milano, che conduce da anni ricerche sul superamento dei modelli tradizionali di archiviazione dei dati e sulla costruzione di piattaforme interoperabili per i beni culturali; e dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr, con una consolidata esperienza di ricerca sull’impiego delle tecnologie Ict per la conoscenza, conservazione e fruizione del patrimonio culturale.

L’obiettivo del gruppo di ricerca, che vanta un approfondito know-how sui temi del restauro, del miglioramento della fruizione del Parco archeologico pompeiano e delle tecnologie abilitanti per i patrimoni culturali, è di portare a compimento l’idea progettuale di un prototipo di piattaforma digitale Hbim calata su un’insula del Parco archeologico pompeiano in 6 mesi, per definire in una seconda fase la sperimentazione del risultato-prototipo e la relativa dimostrazione di funzionalità.

L’attività prevede il coinvolgimento di docenti e giovani ricercatori da impiegare nell’attività sul campo e si avvarrà della consulenza del Distretto tecnologico Stress, per la realizzazione di rilievi e indagini diagnostiche non invasive.

L’elaborazione della piattaforma digitale è a cura della società Acca Software, sviluppatrice dei programmi Edificius e usBIM, grazie ai quali i componenti della ricerca hanno già sperimentato soluzioni per l’implementazione dei programmi finalizzati alla lettura, all’archiviazione dati e all’interpretazione del patrimonio culturale.

Redazione Made in Pompei

Redazione Made in Pompei

Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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