Pompei, la protesta dei dipendenti Grand’Eté: avviato tavolo di concertazione con il Comune
POMPEI. Hanno protestato questa mattina davanti a Palazzo De Fusco, affiancati dai rappresentanti sindacali, i lavoratori dell’ex ipermercato Auchan, ripiombati improvvisamente nell’incubo di rimanere di nuovo senza lavoro. La manodopera, riassorbita in gran parte nell’ambito dell’operazione che nei mesi scorsi ha portato il supermercato Grand’Etè a subentrare ad Auchan nel centro commerciale “Le Porte di Pompei”, ha fatto scattare la protesta in piazza Bartolo Longo a seguito dell’ordinanza di chiusura immediata emessa mercoledì dal Suap del Comune di Pompei nei confronti del nuovo gestore commerciale.
A dire dell’ufficio comunale che si occupa delle attività produttive – come ha fatto sapere oggi una nota di Palazzo De Fusco – vi sarebbero “una serie di illegittimità” nella documentazione burocratica alla base dell’apertura del supermercato Etè, imponendo nel frattempo la chiusura ad horas dell’attività.
Il primo e più immediato rischio dell’ordinanza, anche se il maxi-store Grand’Etè non ha mai chiuso, è però l’impossibilità di tornare al lavoro per circa 61 lavoratori che, quindi, questa mattina si sono ritrovate a protestare davanti alla sede del municipio di Pompei. Il sindacato Ugl Terziario, in una dura nota del segretario Vincenzo Pavia, ha annunciato ieri lo sciopero ad oltranza dei lavoratori.
«Con atto unilaterale e scellerato – è scritto nella nota di Pavia – il Comune di Pompei ha disposto la chiusura del mercato in oggetto. È incomprensibile capire i motivi per i quali un’amministrazione comunale decreta la chiusura di un mercato con la conseguente perdita del lavoro da parte di quei lavoratori appena reinseriti nel ciclo produttivo, dopo mesi di lotta, durante i quali lo stesso Comune di Pompei si era reso partecipe per la soluzione del problema, dando ampia disponibilità a collaborare».
«Pertanto – prosegue Pavia – è incomprensibile che lo stesso Comune, dopo che le parti sociali si sono impegnate a trovare nuovi imprenditori, a dare il colpo di grazia chiudendo, di fatti, le attività. Questo attentato ai diritti dei lavoratori è irricevibile.Pertanto la Segreteria Ugl, in concerto con la Rsa del mercato di Pompei dichiara lo sciopero al oltranza con presidio presso la Casa Comunale».
Nello specifico, la disposizione firmata dal dirigente comunale, ingegner Gianluca Fimiani, aspramente contestata da sindacati e lavoratori, nega – come spiega Palazzo De Fusco nella nota diffusa poche ore fa – la legittimità “della comunicazione di “subentro” (e di conseguenza le relative autorizzazioni) da parte della nuova società (Ci.Bo.) a Margherita Distribuzione in quanto, per poter essere definito tale “il sub-ingresso deve avvenire senza soluzione di continuità, cioè con il proseguimento dell’attività senza interruzione della stessa”. Cosa che, secondo gli uffici del secondo piano di Palazzo De Fusco, non sarebbe avvenuta”.
La struttura di via Pontenuovo che ospitava i locali dell’Auchan – fa sapere ancora il Comune – è stata oggetto, tra l’altro, di alcuni interventi strutturali. “La nuova ripartizione del centro commerciale – si legge nell’ordine di chiusura – a seguito delle opere di frazionamento, nonché la riorganizzazione degli spazi interni che si evince anche dalla non coincidenza fra le superfici oggetto dell’autorizzazione rilasciata all’attività cessata e quelle dichiarate nel progetto tecnico dell’attività della società richiedente, comporta in ogni caso la nascita di una società ex novo e soggetta, pertanto, ad una nuova autorizzazione, a seguito di apposita conferenza di servizi”.
Inoltre, Palazzo De Fusco specifica ancora che: “la pratica di sub-ingresso finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Ufficio Tecnico e considerata nulla, risulta comunque “carente del titolo legittimante la disponibilità dei locali nei quali la società Ci.Bo. intende svolgere l’attività”.
Tutte considerazioni che hanno indotto l’Ufficio Tecnico ad emettere un ordine con cui è stato intimato alla società Ci.Bo. un “divieto di prosecuzione di ogni attività per mancanza di titoli legittimi”. Diametralmente opposta, su questi argomenti, è naturalmente la posizione di Ci.Bo., pronta a dimostrare le proprie ragioni con i mezzi e nelle sedi più opportune.
Ma si tratta di questioni burocratiche intricate che hanno il principale effetto di lasciare ancora con il fiato sospeso le famiglie dei lavoratori che erano stati “ricollocati” dopo la chiusura dell’Auchan e che, in preda all’esasperazione per un futuro incerto, questa mattina, hanno presidiato l’ingresso di Palazzo de Fusco.
Il sindaco Carmine Lo Sapio, tramite l’ufficio stampa, si è detto consapevole delle difficoltà che le famiglie dei lavoratori si trovano a dover di nuovo fronteggiare e, pur confermando la validità della disposizione attuata dall’Ufficio tecnico, ha incontrato una delegazione dei dipendenti, accompagnati dai rappresentanti sindacali e dall’amministratore delegato della Ci.Bo. L’incontro è servito a fare un po’ di chiarezza sul piano burocratico che necessita, però, di ulteriori approfondimenti.
«Anche questa volta – ha affermato il primo cittadino – non lasceremo soli i lavoratori. Ci sono però delle oggettive carenze in termini di permessi che non possono essere ignorate. Al momento, l’ordine di cessazione delle attività resta ancora in piedi e in ogni caso non potrei revocarlo. Ciò che posso fare, invece, è cercare di fare chiarezza, riunendo attorno allo stesso tavolo le diverse parti coinvolte e capire come e se è possibile colmare le lacune burocratiche che al momento ostacolano il decollo dell’attività e lo sbocco occupazionale».
Il confronto di questa mattina, definito “pacato e costruttivo” da Palazzo De Fusco, è stato accolto “con favore” da tutte le parti in causa che, preso atto della situazione e della disponibilità manifestata dal primo cittadino, si sono aggiornate a domani stesso per avviare un nuovo tavolo di discussione alla presenza anche del dirigente dell’Ufficio Tecnico che, nell’ordine di chiusura e “ai fini dell’avvio di una nuova attività”, ha già invitato la società Ci.Bo. a “presentare una nuova istanza secondo la normativa vigente”.