“Pasta” e “pizza” al centro dei progetti sociali del Club Rotary Pompei
POMPEI/TORRE ANNUNZIATA. Le grandi tradizioni alimentari del territorio, come la pasta, il pane e la pizza, saranno protagoniste dei nuovi progetti di promozione sociale del Club Rotary Pompei, presentati a settembre presso il ristorante pompeiano “I Matti”.
Il Club, dallo scorso luglio presieduto dall’ingegner Carlo Donadio, ha infatti lanciato l’iniziativa “Museo a cielo aperto dell’Arte bianca” e ha annunciato il sostegno a “Mani in pasta”, il laboratorio dedicato ad adolescenti del territorio per la formazione e l’orientamento all’arte della pizza portato avanti dai Salesiani del “Don Bosco” di Torre Annunziata. Il tutto, in una serata allietata dai “paraustielli” di Amedeo Colella e dal “maestro di posteggia” Francesco Cuomo.
Il “Museo dell’Arte bianca” sarà realizzato nella confinante Torre Annunziata, città che a partire dal XIX secolo è diventata famosa nel mondo proprio per la produzione della pasta, sviluppando anche una vasta esperienza anche nella panificazione.
Il progetto consiste nell’installazione nella città oplontina di una serie di pannelli che illustreranno la storia di quelle che sono state (e in gran parte lo sono ancora) le produzioni di eccellenza di Torre Annunziata: la pasta, in primis, ma anche il pane.
«Si pensi che la produzione della pasta ha influenzato anche l’urbanistica della città: i marciapiedi sono più larghi perché servivano vi si metteva la pasta ad asciugare» ha commentato durante la presentazione Lello Ricciardi, past president del Club Rotary Pompei, aggiungendo che si era arrivati al punto che «il 60% della pasta esportata dall’Italia veniva prodotta a Torre Annunziata».
L’altro progetto che il Club Rotary Pompei ha deciso di sostenere è “Le Mani In Pasta”: una iniziativa, attiva già da alcuni anni presso i Salesiani di Torre Annunziata e battezzata “il pizza-oratorio”, grazie a cui alcuni ragazzi tra i 16 e i 18 anni saranno avviati all’arte della pizza, imparano un mestiere che potrà dare loro un futuro.
Secondo don Antonio Carbone, che ha guidato i Salesiani fino allo scorso settembre, l’iniziativa dimostra che «Più che di militari c’è bisogno di educatori, per aiutare ragazzi e famiglie ad uscire dalle difficoltà». La proposta formativa del progetto si propone di offrire un percorso che valorizzi gli interessi e le attitudini dei ragazzi e che, soprattutto, li orienti al primo inserimento lavorativo.