Pompei, al via negli Scavi il progetto di teatro per i ragazzi del territorio Unesco
POMPEI. Circa 400 studenti dell’area vesuviana, provenienti dall’istituto liceale “Pascal” di Pompei e dall’istituto tecnico “Pantaleo” di Torre del Greco hanno riempito nei giorni scorsi il Teatro Grande di Pompei per l’avvio del progetto didattico “Sogno di Volare” che prevede la messa in scena, a fine anno scolastico, della commedia “Uccelli” di Aristofane, in coproduzione con Ravenna Festival.
A parlare con i ragazzi e le ragazze delle IV classi delle scuole partecipanti, sono stati il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e il drammaturgo e regista Marco Martinelli.
Il progetto si inserisce in un protocollo di intesa stipulato, in attuazione del Piano strategico, lo scorso aprile tra il Parco archeologico di Pompei, il Parco archeologico di Ercolano, il Grande Progetto Pompei/Unità Grande Pompei e l’Ufficio scolastico regionale della Campania, finalizzato a coinvolgere le scuole del territorio e stabilire un legame concreto tra le antiche testimonianze e i giovani fruitori, in un percorso volto alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico.
Nell’ambito di questo protocollo, il Parco archeologico di Pompei è promotore del percorso formativo presentato questa mattina, a cui sono stati chiamati a partecipare i ragazzi che, su base volontaria, saranno coinvolti settimanalmente.
A conclusione del lavoro svolto durante l’anno scolastico, sarà messo in scena lo spettacolo al Teatro Grande di Pompei nel mese di maggio 2022. I giovani attori saranno coadiuvati da artisti e professionisti di fama internazionale, provenienti dal mondo del teatro, come Ambrogio Sparagna per le musiche e Vincent Longuemare per il disegno luci.
«Il progetto – sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel – vuole seminare e lasciare un segno nel futuro di tanti giovani, affinché comprendano che tutto viene dalla conoscenza dei propri territori e del loro patrimonio culturale. Il confronto con il passato può cambiare la visione della realtà a partire dai luoghi in cui viviamo. Luoghi, spazi, parole e consuetudini del mondo antico entreranno a far parte della quotidianità dei ragazzi a cui, spesso, tali testimonianze appaiono lontane per attribuirgli un significato».
«Sarà – prosegue il direttore – una esperienza di conoscenza, arricchimento personale e divertimento. E in questa avventura saranno accompagnati da un regista d’eccezione quale Martinelli, bravissimo a lavorare con i ragazzi e a coinvolgerli con passione».
«L’incontro di oggi – ha dichiarato Marco Martinelli – con centinaia di studenti nel Teatro Grande, è stato entusiasmante: ci hanno già regalato una grande energia, l’elemento primo e necessario per “mettere in vita” il capolavoro di Aristofane».
Il regista Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è noto per la sua esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato premi e riconoscimenti a livello internazionale.
In Campania, in particolare, Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad “Arrevuoto”, un’iniziativa del Teatro Mercadante, per la quale ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”.
Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale dei Critici francesi come “miglior libro sul teatro”, pubblicato in Francia nel 2021.
Nell’estate 2022 Martinelli debutterà a Ravenna Festival con il Paradiso dantesco, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale. Il regista sarà coadiuvato dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.
L’opera “Uccelli” messa in scena nel 414 a.C. da Aristofane, viene oggi considerata un’opera di evasione e fantasia, per la presenza di uccelli parlanti che accentuano il tono favolistico della storia. In realtà svela i retroscena dell’Atene democratica e dell’ideologia “colonizzatrice” dell’epoca.
Racconta di due ateniesi che, disgustati dal comportamento dei loro concittadini, decidono di lasciare la città per fondarne una nuova con l’aiuto degli uccelli, inizialmente ostili all’idea, poiché non si fidano di nessun uomo. Le loro diffidenze saranno superate e inizieranno i lavori. Ai ragazzi verrà chiesto di raccontare delle città in cui vivono attraverso la rielaborazione del testo antico.