Furto di reperti archeologici a Pompei: rubato il chiusino in marmo dalla Casa di Sirico
POMPEI. Furto di reperti nell’area archeologica di Pompei. Il Parco comunica che lunedì 4 ottobre 2021 è stata riscontrata la rimozione di un chiusino in marmo (di circa 20 centimetri di diametro, nella foto di copertina) pertinente a una bocca di cisterna in un ambiente della Casa di Sirico a Pompei.
Il Parco ha prontamente denunciato l’accaduto al presidio interno dei Carabinieri che hanno avviato le indagini. Nella casa del Sirico – fa poi sapere una nota dell’ente di tutela archeologica – regolarmente aperta al pubblico, sono in corso interventi di manutenzione ordinaria a cura dei restauratori del Parco.
Nello specifico, il rivestimento marmoreo della bocca di cisterna era stato sottoposto ad un intervento di messa in sicurezza ed erano state messe in opera delle staffe metalliche al fine di garantire un appoggio migliore al chiusino stesso. «La direzione del Parco ha provveduto a denunciare immediatamente il furto alle forze dell’ordine – dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel –. Sono tuttora in corso verifiche, attraverso l’impianto di videosorveglianza interno per ricostruire l’accaduto, che auspichiamo forniscano elementi per il recupero del reperto».
Secondo Michele Cartagine, coordinatore della Cisl Fp-Mic Scavi di Pompei è da addebitarsi ad una presunta carenza di personale del Parco Archeologico di Pompei: «Riteniamo – spiega – che la rilevante carenza di personale non consente un monitoraggio quotidiano dell’area archeologica, tant’è che, stante le prime notizie di cronaca, il furto sembrerebbe essere stato inquadrato in una forbice temporale di 5 giorni, dal 30 settembre al 4 ottobre 2021».
«Episodio di notevole gravità – aggiunge il sindacalista – che apre uno scenario preoccupante su come sia possibile custodire, senza personale di vigilanza, le preziose testimonianze archeologiche pompeiane». «La sparizione di questo chiusino in marmo – conclude – nel riaccendere il problema della sicurezza dell’area archeologica ne determina un danno d’immagine inopportuno, in un periodo di grave crisi, causato solo per la grave la carenza di personale di vigilanza del Parco Archeologico di Pompei».