Derrick de Kerckhove: «Usiamo il nostro cervello contro la razionalità impazzita dell’IA»
ROMA. Il professor Derrick de Kerckhove (direttore scientifico di Media Duemila/TuttiMedia) attraverso la rivista Media Duemila lancia un messaggio inedito: «La trasformazione digitale non è più (ma infine non lo è mai stata) interessata agli esseri umani, così come ci porta verso l’annullamento del significato nelle parole».
«L’algoritmo – aggiunge – non ha bisogno di senso (significato): l’esempio è nelle traduzioni automatiche. Per ora l’importante è che noi esseri umani siamo ancora utili perché, come suggeriva argutamente McLuhan, siamo l’ape del mondo vegetale che permette la fecondazione, che significa l’evoluzione delle macchine stesse»
Sappiamo cosa sta succedendo alle api e questo serve da avvertimento. La tecnologia ha bisogno della biologia per andare avanti e ha bisogno di idee, invenzioni e sviluppo, ma non si preoccupa molto dei nostri valori.
L’Umanesimo, invece, è fondamentalmente un sistema di valori sui quali con questo primo intervento Derrick de Kerckhove propone una riflessine sistematica.
L’invito di de Kerckhove a tutti i protagonisti della transizione digitale è: «Usiamo il nostro cervello quale baluardo contro la razionalità impazzita dell’Intelligenza Artificiale, per ispirare i programmatori ed evitare pregiudizi automatici».