Napoli: tappa a Capodimonte per Amal, la marionetta che rappresenta i bambini rifugiati

NAPOLI. Il 9 settembre 2021 Amal (“speranza” in lingua araba), una marionetta alta tre metri e mezzo che rappresenta una bambina siriana rifugiata di 9 anni creata dalla Handspring Puppet Company, partita dal confine tra Siria e Turchia il 27 luglio 2021 per un viaggio di 8mila chilometri dalla Siria al Regno Unito, è arrivata al Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Amal ha incontrato i 60 bambini che hanno partecipato al Laboratorio del Teatro nel Baule, pronti a darle il benvenuto insieme agli animali fantastici del Bosco, realizzati in cartapesta per un incredibile viaggio in un bosco pieno di avventure.

Sui prati e sugli storici sampietrini un grande tappeto bianco ha tracciato una curiosa strada da percorrere. Amal e i 60 bambini, coraggiosi viaggiatori, accompagnati dal suono della musica e delle tammorre, hanno seguito il bianco sentiero, per vivere un viaggio avventuroso tra gli alberi e i prati del Real Bosco di Capodimonte.

Mostri marini, uccelli parlanti, maghi, farfalle giganti, li hanno sorpresi lungo il viaggio.Amal e i piccoli viaggiatori hanno seguito le tracce di animali migratori: orme di elefanti, orme di pinguini, orme di rane, di gnu. La musica li ha accompagnati marcando ritmi e suoni di ogni animale. Due grandi bocche di coccodrillo hanno sorpreso il gruppo che è riuscito a passare senza essere morso.

Strani personaggi, esperti maghi dell’arte segreta della tammurriata hanno insegnato ai bambini i passi di questa danza sacra che a poco a poco si è trasformata nella musica del mare. Le barche di carta colorata manovrate dai bambini hanno attraversato una spaventosa tempesta sfuggendo ad un enorme mostro marino che, una volta rabbonito, li ha poi accompagnati nel loro viaggio.

Tre grandi farfalle in cartapesta hanno guidato il gruppo nel viale che conduce alla Porta di Mezzo. I custodi della memoria del bosco, una volpe, due conigli, un camaleonte e due uccelli hanno raccontato le storie dei profughi che durante la Seconda Guerra Mondiale si rifugiarono in quella zona nelle baraccopoli costruite sulle praterie di Porta Miano.

Tra i presenti Marinella Lupieri Cavazza, figlia di un’esule istriana che ha voluto anche “adottare una panchina” dedicandola alla memoria della madre Nerea Lupieri che “amava Pola e Napoli”. Il corteo di Amal e dei 60 bambini-viaggiatori ha incontrato Pulcinella che, dopo un momento di esitazione, ha danzato con Amal al ritmo delle tammorre.

Dal viale centrale del Bosco sono sbucati due doni per Amal: un cesto con tutti i prodotti agricoli della biodiversità del Real Bosco e un grande aquilone colorato realizzato da Paolo La Motta, artista che lavora con bambini e ragazzi, i cui volti dipinti e scolpiti sono esposti nella mostra in corso al Museo e Real Bosco di Capodimonte Paolo La Motta. Capodimonte incontra la Sanità.

Il dono del cesto con le primizie di stagione del Giardino Torre è stato offerto da Euphorbia e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte. Il concetto stesso di biodiversità ovvero la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali che crea un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni, rappresenta l’essenza del Real Bosco, un vero e proprio organismo vivente la cui genesi e formazione si è sempre basata sull’apertura e l’inclusione di diverse culture e nazionalità, l’esotismo di piante ed alberi e la conoscenza e la sperimentazione nella modifica delle tecniche di coltura che consentono ancora oggi a Capodimonte di accogliere e raccogliere il mondo nel proprio abbraccio verde. Foto di Giovanna Garraffa e Marina Morra.

Il viaggio di Amal a Capodimonte ha un valore ancora più profondo per il forte legame che risiede nella storia stessa del Real Bosco di Capodimonte, luogo in cui a partire dal 1947 si è installato un campo per i profughi di Fiume, Istria e Dalmazia.

Le truppe Alleate nel 1943 allestirono un’area di deposito con alcune baracche e un sistema di linee elettriche e telefoniche. Pochi anni più tardi, il Governo italiano convertì questi spazi in un “Centro di raccolta profughi di Capodimonte” per gli esuli provenienti dalle regioni di Fiume, Istria e Dalmazia, che restarono anche oltre l’apertura al pubblico del Bosco dell’ex Sito reale di Capodimonte, avvenuta nel 1952.

Questa accoglienza, testimoniata dalle foto del reporter Riccardo Carbone, viene celebrata dal Comune di Napoli, dalle associazioni degli esuli e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte ogni 10 febbraio, data in cui la Repubblica riconosce una giornata in cui conservare e rinnovare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Dal Comune di Napoli nel luogo della baraccopoli è stata affissa una targa per celebrarne il ricordo.

Marinella Lupieri Cavazza, figlia di un’esule istriana, ha prestato la sua testimonianza al viaggio di Amal con una lettera intitolata “Vagando e divagando nel bosco” che è riportata qui interamente, dedicata alla madre Nerea Lupieri che “amava Pola e Napoli” come recita la panchina adottata nel Real Bosco di Capodimonte per preservarne la memoria.

Amal rappresenta 34 milioni di bambini rifugiati e sfollati, molti dei quali separati dalle loro famiglie. Il suo messaggio al mondo è: “Non dimenticatevi di noi”. La squadra che anima la Piccola Amal è composta da dieci marionettisti, due dei quali hanno un passato da rifugiati e, a loro volta, hanno compiuto il percorso dalla Siria al Regno Unito.

La marionetta è realizzata in canna modellata e fibra di carbonio. Il viaggio di Amal dalla città di Gaziantep, al confine tra Siria e Turchia fino a Manchester, diventerà un documentario prodotto dal regista Stephen Daldry tre volte candidato al premio Oscar, da Tracey Seaward produttrice di “The Constant Gardener” e “The Two Popes” di Meirelles e “War Horse” di Steven Spielberg, dal pluripremiato regista teatrale e drammaturgo David Lan e da Good Chance, in associazione con la Handspring Puppet Company, creatori delle marionette di War Horse, con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi.

L’accoglienza di Amal è realizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e dal Teatro nel Baule in collaborazione con TraformAzioneAnimata, le associazioni Amici di Capodimonte ets, MusiCapodimonte, Euphorbia srl e l’Archivio fotografico Carbone che ha messo a disposizione gentilmente le foto in bianco e nero della baraccopoli post-bellica nel Real Bosco.

L’evento è realizzato con il contributo di C.a.s.a., libreria e casa editrice “La bottega delle Parole”, libreria “Mio nonno è Michelangelo”, Ludobus, La Fabbrica del Divertimento, l’Associazione Centro Studi Mousiké, associazione culturale e musicale Kaleidoscopio, Chi rom e chi no, Raffaella Lavanga, Selvaggia Filippini. Si ringrazia per il racconto sulla memoria dei profughi istriani Marinella Lupieri Cavazza e l’artista Paolo La Motta per la realizzazione e il dono dell’aquilone.

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Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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