Restituiti a Stabia e a Pompei affreschi rubati: la cerimonia di consegna al Museo “D’Orsi”
CASTELLAMMARE DI STABIA. Tre frammenti di affreschi parietali del I secolo d.C. provenienti dalle Ville di Stabia, recuperati grazie all’azione del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Nucleo di Monza), sono stati restituiti oggi al Parco Archeologico di Pompei, presso il Museo Archeologico “Libero D’Orsi” di Castellammare di Stabia. Nella stessa circostanza, inoltre, sono stati restituiti altri tre frammenti di un affresco (I secolo d.C.) asportati dalla villa suburbana di Civita Giuliana, fuori le mura di Pompei.
Alla cerimonia ufficiale sono intervenuti: Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Ministero della Cultura; Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei; Gaetano Cimmino, sindaco di Castellammare di Stabia; Laura Pedio, procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano e Roberto Riccardi, Generale di Brigata, Comandante Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Per il Parco archeologico di Pompei sono intervenute le responsabili della Reggia di Quisisana, Maria Rispoli e delle Ville di Stabia, Silvia Bertesago e la responsabile dell’ufficio tutela, Anna Onesti, assieme a una rappresentanza per il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Monza, guidata dal luogotenente Raffaele Adorante.
Erano inoltre presenti alla cerimonia Nunzio Fragliasso, procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata; Pierpaolo Filippelli, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata e il Maggiore Giampaolo Brasili per il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli.
«La restituzione di questi frammenti – dichiara Massimo Osanna, direttore generale dei Musei – è significativa per più ragioni. Intanto viene ricomposto, in entrambi i casi, un contesto archeologico che era stato violato e che permette di restituire completezza allo scavo. Ogni reperto, costituisce un tassello importante della storia e della conoscenza di un luogo e va sempre tutelato e preservato».
«Ma soprattutto – ha aggiunto – è una vittoria della legalità, contro il fenomeno degli scavi illeciti e del traffico di opere d’arte e reperti antichi, e una conferma dell’importante ruolo delle forze dell’ordine nella tutela del patrimonio culturale e della fondamentale collaborazione con le istituzioni del Ministero della Cultura».
«Le collaborazioni con le autorità per il contrasto agli scavi illegali e al traffico illecito di reperti archeologici avviate sotto la direzione di Osanna sono una best practice che il Parco seguirà anche in futuro» ha sottolineato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei, che poi ha aggiunto: «Attraverso la valorizzazione dei siti nel territorio tra Stabia, Torre Annunziata, Boscoreale e Poggiomarino vogliamo inoltre contribuire a far emergere sempre di più l’immenso valore del patrimonio archeologico presente in maniera capillare in tutta l’area vesuviana».
«Reperti come l’iscrizione osca da porta Stabia, attualmente esposta alle Scuderie del Quirinale nella mostra “Tota Italia” – ha poi proseguito – illustrano come la città di Pompei facesse parte di un paesaggio antico costituito da vie di comunicazione, ville, fattorie, necropoli e insediamenti rurali che vanno tutelati e valorizzati. Ringrazio a nome del Parco i procuratori e i carabinieri del Nucleo Tutela per il lavoro svolto».
«Tornano al loro posto antiche opere di grandissimo pregio» ha detto il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il generale Roberto Riccardi, aggiungendo: «La Bellezza che oggi celebriamo non è solo negli affreschi, è anche nella sinergia fra i rappresentanti delle istituzioni qui presenti, che hanno operato sentendosi figli della stessa storia. La Cultura che intendiamo valorizzare è anche quella della legalità».
«La restituzione odierna dei frammenti di affreschi delle ville romane di Stabia e di Civita Giuliana alla direzione del Parco Archeologico di Pompei – dichiara il procuratore Nunzio Fragliasso – costituisce un’ulteriore, tangibile, dimostrazione della proficua collaborazione tra il Parco e l’autorità giudiziaria. In questi anni la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha sempre tenuto alto il livello di attenzione per la tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente nel territorio di propria competenza».
«In questo contesto – ha aggiunto – si colloca il protocollo sottoscritto nel 2019 da questa Procura con il Parco Archeologico di Pompei, che rappresenta un vero e proprio accordo “pilota” nel campo della sinergia tra le istituzioni per la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale e che si è rivelato uno strumento formidabile per restituire alla collettività reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale, contrastando l’azione criminale di soggetti che, per anni, si sono resi protagonisti di un sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nell’area della villa suburbana di Civita Giuliana».
«È tuttora in corso di svolgimento, dinanzi al Tribunale di Torre Annunziata – conclude Fragliasso – il processo penale a carico degli imputati ritenuti responsabili della attività di depredazione della antica villa romana. L’impegno di questo Ufficio nella tutela del patrimonio artistico, archeologico e culturale del territorio sarà costante e prioritario anche nei prossimi anni, con particolare riferimento all’attività finalizzata al recupero dei preziosi reperti archeologici trafugati, esportati all’estero, e alla loro restituzione al patrimonio nazionale».