Esposti al Museo archeologico “D’Orsi” i tre affreschi sottratti 50 anni fa dalle ville di Stabia

CASTELLAMMARE DI STABIA. Tre frammenti di affreschi parietali del I secolo d.C. provenienti dalle Ville di Stabia, recuperati grazie all’azione del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Nucleo di Monza), sono stati restituiti oggi (insieme ad altri reperti provenienti da Civita Giuliana a Pompei) al Parco Archeologico di Pompei, nell’ambito di una cerimonia che si è tenuta presso il Museo Archeologico “Libero D’Orsi” di Castellammare di Stabia.

Gli affreschi, provenienti da pareti decorate di Villa Arianna e Villa San Marco di Stabia, erano stati trafugati verosimilmente a partire dagli anni Settanta del secolo scorso ed erano stati esportati illecitamente.

Nello specifico, si tratta di un frammento di affresco a forma di rombo con cornice a dentelli e tralcio vegetale e con al centro figura femminile danzante che reca un vassoio. Probabile la provenienza dall’ambiente 9 di Villa Arianna, decorato con il medesimo motivo “a piastrelle” con figure femminili, amorini, uccelli e rosette.

C’è poi un frammento di affresco con padiglione coronato da elementi vegetali e tetto a doppia falda decorato da grifi; al centro del padiglione amorino nudo in atto di suonare il flauto traverso. Probabilmente proveniente dall’ambiente 12 di Villa Arianna.

Infine, il terzo frammento di affresco presenta una parte di figura femminile su fondo nero con corona di foglie di alloro. Probabile pertinenza all’area stabiana per stretto confronto con una figura femminile con lira presente nell’affresco di Hermes, da Villa San Marco (in esposizione al Museo “Libero D’Orsi”, inv. 62526).

Gli accertamenti, a cura del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, avviati nel luglio del 2020 nell’ambito di una più ampia attività investigativa finalizzata al contrasto del traffico illecito internazionale di beni archeologici, avevano portato al sequestro dei preziosi reperti.

Le conseguenti indagini esperite hanno permesso di verificare che i beni, non presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti (il più grande database di opere d’arte rubate al mondo), erano stati acquistati negli anni Novanta da antiquari statunitensi, elvetici ed inglesi.

Già a partire dalla metà del Settecento, su decisione di Carlo III, Re di Napoli, furono avviati gli scavi, tra le altre, delle citate Ville. Gli affreschi più significativi emersi vennero staccati ed opportunamente custoditi, per poi giungere nel Museo Nazionale Archeologico di Napoli dove oggi si trovano. Le ville furono poi interrate e nuovamente esplorate solo negli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, su iniziativa di Libero D’Orsi, cui è dedicato oggi il Museo archeologico di Castellammare di Stabia.

I beni, la cui autenticità e provenienza è stata appurata grazie alla collaborazione dell’Ufficio Tutela e dell’Ufficio Scavi di Stabia del Parco Archeologico di Pompei, su disposizione del Dipartimento VII della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che ha diretto le indagini, sono stati oggi restituiti allo Stato.

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Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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