Restaurata l’opera settecentesca “Le Antichità di Ercolano” dalla Biblioteca Nazionale di Napoli

ERCOLANO. Nel loro ritrovato splendore “Le Antichità di Ercolano esposte”, rientrano al Parco Archeologico di Ercolano, dopo il restauro a cura della Biblioteca Nazionale di Napoli.

Si potranno nuovamente ammirare in tutti i dettagli gli straordinari disegni e le incisioni, che costituiscono l’ambiziosa opera editoriale voluta da Carlo di Borbone.

L’opera di gran pregio non fu mai messa in commercio, ma offerta in omaggio dalla Corte napoletana agli esponenti più in vista dell’aristocrazia europea per stupirli con l’imponenza della collezione messa insieme dal Re di Napoli e, nel contempo, promuovere l’impresa di scavo borbonica, che aveva portato alla luce le città sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

«Per recuperare la propria collezione dei volumi de “Le Antichità di Ercolano esposte” e garantire la pubblica fruizione il Parco ha attivato la propria rete istituzionale di riferimento» dichiara Francesco Sirano, di recente riconfermato alla direzione del Parco archeologico di Ercolano.

«La collaborazione con la Biblioteca Nazionale – aggiunge – si è giovata dell’altissimo livello professionale che da sempre ne caratterizza l’opera. I rapporti, già stretti per la presenza dell’Officina dei papiri Ercolanesi proprio nella Biblioteca, si sono ulteriormente rafforzati».

«Il lavoro di restauro su “Le Antichità di Ercolano Esposte” – afferma il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli (Bnn), Salvatore Buonomo – conferma il filo doppio di stretta collaborazione con il Parco Archeologico di Ercolano, dove si trova la superba Villa dei Pisoni, che ospitava l’antica collezione di papiri di Filodemo di Gadara, oggi nella nostra biblioteca».

«La sinergia in questo caso – prosegue – ha costituito un’occasione per avvalersi al massimo delle risorse e delle potenzialità di cui disponiamo nell’ambito dei beni culturali, consentendoci l’allargamento del concetto stesso di patrimonio culturale componendo l’interesse di bene bibliografico con quello archeologico».

Il restauro ha riguardato i primi 8 volumi della preziosa collana, pubblicata tra il 1757 e il 1792 dalla Stamperia Reale Borbonica a cura della Reale Accademia Ercolanese (di cui fecero parte Ferdinando Galiani e Francesco Valletta), fondata da Carlo di Borbone per illustrare e studiare quanto veniva alla luce dagli scavi e collocato nell’Herculanense Museum, allestito presso la Reggia di Portici per celebrare la grandiosa impresa di scavo.

«Il lavoro di restauro – aggiunge poi Buonomo – è stato portato a termine grazie alla disponibilità dei nostri ultimi restauratori, che pur se collocati in pensione, hanno continuato il lavoro in forma volontaria per completare questo delicato restauro e le altre esecuzioni in corso. Allo stato – rivela il direttore della Bnn – il nostro importante e specializzato laboratorio non può continuare l’attività per mancanza di personale».

«Questo progetto – riprende Sirano – giunge a compimento proprio nel momento in cui, tra poche settimane, il Parco, con il supporto dell’Herculaneum Conservation Project, sta per lanciare una prima versione del portale Open Data: una forma di condivisione delle conoscenze, che utilizza il metodo democratico e partecipativo per raggiungere gli stessi effetti che ottennero in Europa i volumi de “Le Antichità di Ercolano esposte”, rappresentando una inesauribile fonte di  ispirazione per le arti e l’artigianato».

Il lavoro di restauro sui primi 6 volumi svolto nel laboratorio “Alberto Guarino” della Bnn, che ha visto impegnati Valeria Stanziano e Luigi Vallefuoco e, per il Parco di Ercolano, Elisabetta Canna, è  stato complesso.

È stato necessario intervenire sulle pregevoli carte interne, ma anche restaurare tutti i dorsi in pelle con le iscrizioni in oro ed i nervi a vista. In più parti, inoltre, sono state restaurate le coperte con incartonatura e carte marmorizzate dipinte a mano, simili agli originali. La restante parte del restauro è stato affidata alla ditta Argentino Chiara, che si è attenuta, nell’acquisto dei materiali e nell’esecuzione, al progetto redatto dal laboratorio della Biblioteca di Napoli.

“Le Antichità di Ercolano Esposte” hanno avuto il merito di offrire agli artisti ed ai decoratori dell’epoca un assortimento di motivi ellenistici fedeli agli originali, influenzando le arti decorative in Europa e favorendo l’affermarsi del gusto neoclassico.

L’opera riveste, perciò, un particolare interesse artistico e documenta con disegni ed incisioni di raffinata fattura il prezioso patrimonio di pitture ed oggetti, molti anche andati perduti, provenienti dagli scavi di Pompei, Stabia e dai due siti di Ercolano, Resina e Portici.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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