Nel 1988 Pompei vinse il Timone d’Oro: un prestigioso riconoscimento per le città turistiche
POMPEI. Sono passati ormai oltre trent’anni da quella fredda mattina di marzo del 1988, quando l’allora assessore al Turismo Pasquale Ametrano, componente della giunta guidata dal sindaco Nunziato Machetti, partì alla volta di Berlino insieme ad una folta delegazione dell’amministrazione comunale e della Curia pompeiana per ritirare uno dei premi più prestigiosi della storia del Comune di Pompei ovvero il “Golden Helm” o Timone d’oro.
L’importante premio (nella foto), era un alto riconoscimento conferito da una commissione internazionale composta da esponenti di primo piano del settore turistico-alberghiero e dalla stampa specializzata.
La cerimonia di consegna, che si svolse sotto l’alto patrocinio del Senato della Repubblica federale di Germania avvenne il 9 marzo a Berlino, a conclusione della XXII edizione della Borsa Internazionale del Turismo.
In occasione della consegna del premio fu prevista la pubblicazione di un numero speciale della rivista “Marketing” in lingua inglese, in cui fu inserito un dossier sulla città, illustrato da numerose immagini e da una lunga nota descrittiva delle sue caratteristiche e delle sue eccezionali attrattive turistiche.
Dopo aver superato una selezione tra altre “capitali” del turismo mondiali ed europee, la città mariana rimase in lizza da sola nientemeno insieme a Miami Beach.
La città della Florida da un secolo era una delle località balneari più apprezzate degli Stati Uniti e, a partire dagli anni ‘60, divenne famosa anche per le serie televisive che diffondevano l’immagine di una città allegra ed assolata, con una miriade di ville faraoniche e alberghi di lusso.
Alla fine prevalse proprio Pompei, che si aggiudicò l’ambito premio di “Capitale del Turismo mondiale”, con la seguente motivazione: “Per aver contribuito, con competenza e dedizione, allo sviluppo del turismo”.
L’assessore Pasquale Ametrano all’epoca commentò dicendo che il premio in quel settore equivaleva al Nobel per la cultura o all’Oscar per il cinema ed era un risultato del quale Pompei non poteva che andarne fiera. Un premio che tuttora fa pervenire all’ex assessore la gratitudine della città per quanto fatto in ottica turistica.
Da allora, negli anni successivi la città non è mai più riuscita a scrivere il suo nome in nessun altro concorso internazionale. Con l’avvento, poi, del nuovo riconoscimento annuale di “Città Italiana della Cultura” (iniziativa definita più volte dal ministro Dario Franceschini come un “Oscar della Bellezza”) il Comune vesuviano negli anni non ha presentato neanche la candidatura al concorso. Una scelta, forse, dettata dal fatto che le varie amministrazioni hanno ritenuto che Pompei non avesse così tanto bisogno di rilanciare la sua immagine, in quanto il suo nome è già famoso per gli scavi archeologici, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, e per il Santuario mariano.
Ritorno d’immagine, invece, largamente offerto, per il recente passato, dalla trasmissione tv “Le note degli angeli”, registrata tra Santuario e piazza Bartolo Longo e andata in onda sulle reti nazionali, che ha dimostrato in Eurovisione che non esiste solo la Pompei antica, ma anche quella mariana.
Un altro evento mediatico-televisivo degno di nota, che da poco ha di nuovo proiettato Pompei al centro dell’interesse nazionale e che avrebbe sicuramente incrementato i visitatori e il flusso turistico se non fosse stato per la pandemia globale che ha investito il pianeta, è la fantastica trasmissione “Stanotte a Pompei” di Alberto Angela che ha di nuovo acceso l’interesse mondale per il nostro straordinario patrimonio culturale.
Un effetto analogo hanno avuto anche i tanti documentari che le maggiori reti tv nazionali e internazionali hanno recentemente dedicato (tra fine 2020 e inizio 2021) alle ultime scoperte avvenute a Pompei: si pensi al Termopolio nella Regio V o ai recentissimi ritrovamenti avvenuti a Civita Giuliana, come le vittime dell’eruzione e il bellissimo carro da parata.