Gli Etruschi e il Mann: la mostra che racconta l’epopea etrusca in Campania

NAPOLI. Dal 12 giugno 2020 sarà possibile ammirare presso il Museo Archeologico di Napoli una ricca mostra sugli Etruschi dal titolo: “Gli Etruschi e il Mann” a cura del direttore Paolo Giulierini e del direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo.

L’esposizione verterà su una scelta di seicento reperti accuratamente selezionati e restaurati il cui arco di tempo abbraccerà un range cronologico di circa sei seicoli (X-IV secolo a.C.) che definiranno un lungo percorso di indagine sulla storia del popolo etrusco in Campania, la cui grandezza derivava anche da un controllo diretto delle risorse e delle pianure che da nord a sud, fino alla Campania, erano dominate in maniera incontrastata dagli Etruschi.

Alla fine dell’VIII secolo, la Campania era abitata da genti di provenienza diversa che si differenziavano dal punto di vista dell’ethnos, della lingua e per cultura.

Tre erano i grandi gruppi linguistici: una lingua italica, l’osco e due lingue straniere, greco ed etrusco. Le relazioni tra comunità favorirono la creazione di culture ibride, ma contribuirono anche all’inasprirsi dei conflitti armati per il possesso di terre ed il controllo del mare.

Intorno al 700 a.C., in quell’epoca definita orientalizzante per i continui scambi con i porti del Mediterraneo orientale, i principali centri della costa tirrenica erano controllati da potenti èlite aristocratiche che si facevano realizzare tombe sfarzose secondo una moda diffusa tanto in Etruria quanto nei centri campani etruschizzati di Capua e Pontecagnano.

Nel VII secolo, la Campania, grazie alla maggiore richiesta di vino, olio e prodotti di lusso da parte dell’élite occidentale, si ritrovò inserita sulle rotte del commercio arcaico. La costa si riempì di insediamenti che si trovavano lungo le rotte e prendevano parte ai vari commerci.

Sull’isola di Ischia, precisamente nel villaggio di Punta Chiarito, diverse erano le coltivazioni di vino e qui arrivavano prodotti greci, campani ed etruschi in senso stretto.

Le famiglie aristocratiche continuavano a farsi seppellire in modo misto e la fine del secolo vide fiorire anche la nascita di una nuova élite media che si sviluppò tanto nei centri etruschi di Capua e Pontecagnano che a Cales, nel nord della Campania e a Stabiae, nella valle del Sarno.

La cultura materiale si standardizza. Nascono botteghe di qualità ordinaria che producono bucchero nero etrusco e ceramica etrusco-corinzia di imitazione. Questo è il contesto in cui Pompei si trova e questo è il contesto in cui altre città vengono fondate pressappoco contemporaneamente.

Il percorso espositivo, pensato dall’archeologo Valentino Nizzo e promosso dal Mann in collaborazione con Electa, si articolerà in due sezioni.

Un focus archeologico sugli Etruschi in Campania in cui sarà approfondita la documentazione relativa alla presenza degli Etruschi nella regione, dal I millennio fino al processo di sannitizzazione del territorio, quando dopo le sconfitte di Cuma tra VI e V secolo a.C. il potere etrusco sul Mediterraneo tramonterà con la nascita di nuovi e più complessi sistemi all’orizzonte.

La seconda sezione, invece, valorizzerà i materiali etruschi presenti al Museo, esterni al territorio campano, ma acquisiti sul mercato collezionistico dal Mann in varie fasi della sua storia.

Accanto agli oggetti, anche volumi e documenti d’epoca che illustreranno l’evoluzione del pensiero scientifico nel corso del Settecento e fino al Novecento, assieme ai protagonisti che hanno contribuito alla riscoperta di un passato etrusco della Campania.

La mostra è accompagnata da un catalogo (edito da Electa), a cura di Valentino Nizzo. Per l’occasione è stato inoltre edito nelle pubblicazioni scientifiche “Quaderni del Mann” il volume, a cura di Valentino Nizzo, “Gli Etruschi in Campania. Storia di una (ri)scoperta dal XVI al XIX secolo”, strettamente correlato alle tematiche della seconda sezione del percorso espositivo.

Alessandra Randazzo

Alessandra Randazzo

Classicista e comunicatrice. Si occupa di beni culturali per riviste di settore.

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