Una Pizza per l’Estate 2020: ecco le sette proposte di tendenza per il delivery
NAPOLI. Nel 2020 “Una pizza per l’Estate by Mulino Caputo” ha assunto una nuova veste (ed è stato il primo evento food ad anticipare questa novità), quella che passa attraverso la condivisone sui social media, con il tema dell’home delivery.
I sette pizzaioli, protagonisti dell’ottava edizione, ciascuno in collegamento dalla propria sede, hanno presentato le loro creazioni ad Antimo Caputo, amministratore delegato del Mulino, e al giornalista Giampaolo Trombetti, facendo consegnare, contestualmente, la propria pizza fumante in sede.
Grazie a Facebook, Instagram e Youtube tutti i cybernauti, in Italia e all’estero, hanno potuto conoscere, apprezzare e iniziare ad assaporare (con gli occhi) le proposte per la prossima stagione estiva, in attesa di degustarle materialmente. Chi ha realizzato cosa?
Vediamoli in ordine di apparizione: Salvatore Balzano, di Palazzo Vialdo di Torre del Greco, ha presentato la Pizza “Vialdo”, farcita con fior di latte, vellutata di zucchine, code di scampi e zest di agrumi non trattati.
Vincenzo Capuano, delle Pizzerie Vincenzo Capuano di Napoli, si è ispirato alla cucina di sua nonna, dedicandole “Pizza Nonna Adele” con vellutata di zucchine, stracciata di mozzarella, polpettine di zucchine, chips di fiori di zucca, basilico e olio extravergine di oliva.
Ciro Oliva, della pizzeria Concettina ai Tre Santi del Rione Sanità, ha puntato sulla semplicità dei prodotti di stagione con la “Pacchianella”: un mix di pomodoro San Marzano e datterino, olive nere di Gaeta, capperi, alici fresche, aglio, olio evo e origano.
Sara Palmieri, giovane e talentuosa pizzaiola specializzata nel gluten free, ha optato per una pizza in teglia, realizzata con la FioreGlut di Mulino Caputo, che ha battezzato “Fresca 3.0”: una focaccia morbida farcita con mozzarella di bufala, zucchine alla scapece e tocchi di pancetta arrotolata.
Il giovane Cristiano Piccirillo della pizzeria Masardona, nel pieno rispetto della tradizione familiare, ha realizzato una pizza con una base di bruschetta fritta e farcita con mozzarella di bufala, pomodorini all’insalata e tartare di gambero, “La Masardona”.
Errico Porzio, delle pizzerie Errico Porzio di Aversa e Soccavo, nell’elaborare “Ricordi di infanzia”, ha attinto alla propria storia personale, proponendo una farcitura di crema di zucchine, fiori di zucca, fiordilatte di Agerola, cacio ricotta cilentana e sbriciolata di amaretto (secondo una delle ricette preferite da suo padre).
Carlo Sammarco, della pizzeria Carlo Sammarco 2.0, ha presentato “Tonno e Peperoncini verdi”, sulla quale spiccano peperoncini verdi, tonno fresco scottato, basilico, provola affumicata e un pizzico di pepe macinato, in uscita.
«In questo momento il consumo della pizza – ha dichiarato Antimo Caputo – vede nella consegna e nell’asporto una grande opportunità. Una abitudine da sempre diffusa a Napoli, ora di grande attualità e che rappresenta un modo per non rinunciare a gustare la nostra amata pizza».
«È per questa ragione – ha proseguito l’ad – che abbiamo voluto dedicare l’ottava edizione della manifestazione al tema della consegna a casa, che è anche un atto di fiducia negli altri e che permette di mangiare un cibo buono. I pizzaioli hanno consegnato le loro proposte al mulino, così come la consegnano abitualmente a domicilio, garantendone bontà, fragranza e qualità».
“Una pizza per l’Estate” però guarda già al futuro. «Ci auguriamo per la nona edizione, nella primavera del 2021 – dice ancora Antimo Caputo – di tornare, come di consueto, a incontraci di persona, con i pizzaioli che lavorano spalla a spalla ai forni mentre si scambiano opinioni e consigli sulle nuove realizzazioni».
«Siamo orgogliosi di aver realizzato l’edizione di quest’anno – rivela – con nuove idee e grazie alle tecnologie offerte dal web, mantenendo così la tradizione della manifestazione e permettendo ai pizzaioli di farsi conoscere sempre più».
«Una dimostrazione – conclude Antimo Caputo – di come la condivisione e la coralità possano agevolmente superare le distanze fisiche, soprattutto quando sono supportate da una passione comune che, nel nostro caso, è il mondo della farina, dell’arte bianca e della pizzeria».