Il Canto di Circe è il nuovo trittico di Nello Petrucci che celebra Giordano Bruno

NAPOLI. La Sala della Biblioteca del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli, ospita l’installazione site specific, dell’artista Nello Petrucci dal titolo “Il Canto di Circe” a cura di Marina Guida.

Il progetto installativo pensato appositamente per questa occasione – e reso fruibile in streaming sui canali social dell’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli – è promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli in collaborazione con Contemply nell’ambito della manifestazione Maggio dei Monumenti 2020 e presenta tre opere di grande formato, un trittico su tavola, omaggio al pensiero del filosofo nolano Giordano Bruno.

Non a caso è stata scelta dall’artista proprio la Sala della Biblioteca del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, luogo in cui il giovane filosofo ebbe modo di formare il suo pensiero critico ed indipendente, anche attraverso la lettura di testi “proibiti” di cui questa biblioteca era fornita.

E non è casuale nemmeno il giorno scelto per l’inaugurazione, quel 23 maggio in cui Giordano Bruno, nel 1592, fu arrestato a Venezia e trasferito nelle carceri del Sant’Uffizio di San Domenico di Castello (Venezia). Le opere del trittico raccontano infatti proprio quell’avvenimento in tre momenti: il giorno della mancata abiura, la censura e l’arresto.

Nelle tre tavole di Petrucci – realizzate in tecnica mista fondendo decollage/collage, pittura, grafica computerizzata, fotografia e stampa in quadricromia – la potente icona del filosofo emerge sui frammenti di manifesti strappati che rappresentano simbolicamente le false credenze, i proclami e le finte certezze dell’era globalizzata e massificata. L’ispirazione per quest’opera è stata tratta dal libro “Il Canto di Circe” che il filosofo Giordano Bruno pubblicò a Parigi nel 1582.

Nella quarta, quinta e sesta “questione” del “Dialogo Primo” del libro, il filosofo descrive la vera natura di taluni esseri, umani in apparenza ma ferini nella sostanza e, riferendosi alla specie degli uomini ridiventati scimmie fa dichiarare a Circe: “Questi animali – privi di qualsiasi utilità nelle faccende serie – si rendevano graditi ai magnati adulandoli, facendo gli istrioni e recitando la parte dei parassiti: anche adesso, giacché non possono portare pesi insieme agli asini, marciare in terra insieme ai cavalli, arare insieme ai buoi, pascersi di cadaveri insieme ai porci, non servono ad altro che a far ridere”.

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Circe descrive gli uomini scimmia, cortigiani del potere, oppositori del libero pensiero. L’artista Nello Petrucci riprende l’immagine della scimmia – in questo caso è la personificazione della censura, che blocca la libertà di pensiero e di espressione – e costruisce la scena con due figure antitetiche: la libertà di pensiero personificata da Giordano Bruno e la censura che tutti i poteri costituiti, dalla notte dei tempi, esercitano sulla prima, cercando di limitarla e sopprimerla in ogni sua forma.

Nello Petrucci dopo il 2018 – anno della sua residenza artistica presso il 3World Trade Center di New York, dove ha realizzato la monumentale The Essence of Lightness – ha iniziato a formulare un pensiero visivo che fonde gli stilemi ed i codici iconografici desunti dalla storia dell’arte dei secoli scorsi, con le soluzioni formali tipiche della street-art, in cui una complessa commistione di persistenze e citazioni, rimandi e parallelismi, formando un universo visivo che dà vita a immagini a cavallo tra l’antico ed il contemporaneo, offrendo molteplici livelli semantici.

“Il Canto di Circe” può essere considerata un’opera di street-art allestita in un luogo pubblico e rappresenta un omaggio al pensiero libero ed un invito ad andare simbolicamente oltre i doxa di tutte le forme dittatoriali di potere, manifeste o occulte e perseguire sempre la veritas, come il filosofo Giordano Bruno ci ha insegnato, con ostinazione e coraggio.

Nello Petrucci (Castellammare di Stabia, 1981) vive a Pompei ed è un artista e filmmaker italiano, laureato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Una curiosità onnivora, e un talento poliedrico, hanno generato l’inconfondibile stile dei suoi “Decollage”; tanto che i critici hanno coniato un nuovo termine, “Pop Cinetica”, per definire la sua arte.

Una sua opera, The essence of lightness è esposta permanentemente al 45esimo piano del 3World Trade Center di New York; unico italiano invitato ad esporre, insieme ai migliori street artist del mondo. Sempre a New York ha esposto due volte all’Agorà Gallery, e poi a Roma all’Ambasciata Americana di Roma con Over the Sky, una serie di tele dedicate all’11 settembre.

Sul versante cinematografico, oltre a interpretare diversi ruoli in veste di attore, tra cui anche una piccola parte in Gangs of New York di Martin Scorsese, gira un cortometraggio Lost Love (2019) sul tema del razzismo e firma la regia del videoclip Remove the frame sul tema dell’omosessualità all’interno del Parco Archeologico di Pompei. Nel 2019 fonda la casa di produzione cinematografica Satyr M.B. production.

Redazione Made in Pompei

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Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

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