Lavoratori al Mann ieri e oggi: così il museo celebra il Primo Maggio sui social
NAPOLI. Impegno, attenzione, spirito di squadra: valori caratteristici del lavoro, ieri come oggi. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli celebrerà il 1° maggio in versione social: e sceglierà di presentare, agli appassionati di Facebook ed Instagram, un interessante viaggio per immagini tra passato e presente.
Risale al 1927, infatti, un suggestivo scatto dischiuso dall’Archivio Fotografico del Mann: una squadra osserva l’obiettivo in un attimo di riposo, durante le operazioni di trasporto della statua di Ferdinando I, scolpita da Antonio Canova.
A questa splendida immagine d’epoca, in un mosaico che diviene una sorta di melting pot temporale, saranno abbinate tre istantanee del reportage fotografico di Paolo Soriani, che ha seguito le attività di spostamento dei reperti dal Mann all’Ermitage di San Pietroburgo, in occasione della grande mostra “Pompei. Dei, eroi”, allestita presso il Museo russo: le immagini di Soriani hanno corredato l’Annual Report 2018 del Mann.
Le composizioni fotografiche, che saranno postate venerdì prossimo sui canali social del Mann, sottolineeranno quanto, alle soglie del terzo millennio, l’evoluzione tecnologica debba essere accompagnata da fattori di perenne importanza: la passione, l’intelligenza e la cooperazione degli uomini.
A conclusione della giornata, sempre sulle piattaforme on-line dell’Istituto museale, sarà possibile ammirare un reperto valorizzato in occasione della mostra “Mann on the moon”, organizzata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli per i cinquant’anni dallo sbarco sulla luna.
Si tratta del Menologium rusticum Colotianum, un particolarissimo parallelepipedo del I secolo d.C. (appartenente alla Collezione Farnese), che riportava, per ogni mese, il numero dei giorni, definendo la durata delle ore di luce e della notte, le fasi lunari, l’elenco delle divinità celebrate, le feste religiose ed anche le lavorazioni agricole.
L’osservazione della natura, per gli antichi, accompagnava la vita quotidiana: ed è affascinante pensare che il tempo, anche quello del lavoro, fosse misurato sentendosi sempre parte dell’Universo.