Si amplia l’offerta web del Parco di Ercolano: ecco il progetto Herculaneum 3D Scan

ERCOLANO. Distanti ma sempre aggiornati. Così il Parco Archeologico di Ercolano vuole coinvolgere il proprio pubblico attraverso un’ampia scelta web di interventi da parte di specialisti che si arricchisce ora con un incredibile esperienza immersiva. Prende il via il progetto “Herculaneum 3D Scan” in collaborazione con l’Herculaneum Conservation Project sostenuto dal Packard Humanities Institute (Phi).

Grazie all’ampia banca dati raccolta nel corso degli anni nell’ambito della imponente documentazione e monitoraggio del sito archeologico, ”l’Herculaneum 3D Scan” offre a studiosi ed appassionati la possibilità di esplorare alcune delle domus più importanti del sito.

Non si tratta di ricostruzioni virtuali ma vere e proprie scansioni tridimensionali: nuvole di punti 3D ad altissima densità acquisite per mezzo di laserscanner 3D e riprese fotogrammetriche da drone. All’interno della nuvola 3D è possibile navigare e visitare virtualmente i differenti ambienti delle domus ma anche misurare distanze, superfici, volumi o ancora estrarre sezioni ed esportare i risultati nei formati più comuni.

«Il progetto Herculaneum 3D Scan – interviene Jane Thompson, manager dell’Hcp per le fondazioni Packard – è solo la punta dell’iceberg di una serie di iniziative che abbiamo intenzione di portare avanti. La collaborazione con un partner pubblico sempre più attivo ed efficiente nella gestione del sito archeologico ci consente di canalizzare gli sforzi  e, in particolare, la nostra azione come Fondazione Packard, per una valorizzazione responsabile e doverosa degli ultimi 20 anni di attività di ricerca, studi, documentazione, risorse, strumenti e linee guida portati avanti nel sito di Ercolano. Mi auguro che l’iniziativa possa avere il più ampio respiro possibile sia in termini di divulgazione che di feedback da parte del grande pubblico e degli addetti ai lavori; prepariamoci nel prossimo futuro ad altre iniziative come questa!».

«Mentre stiamo avviando le procedure per la realizzazione del Museo Digitale dell’Antica Herculaneum, finanziato solo poche settimane fa dal Mibact con fondi Pon Cultura e Sviluppo (Fesr 2014-2020) per quasi 5 milioni di euro, grazie all’incredibile rafforzamento ed all’entusiasmante collaborazione pubblico-privato con il Packard Humanities Institute (Phi) – dichiara il direttore Francesco Sirano – avanziamo il portale open-data e siamo in grado di offrire un’esperienza interattiva e di partecipazione per la conoscenza di Ercolano antica.

«Abbiamo deciso – aggiunge – di condividere una significativa scelta di rilievi da scansioni 3D di alcune delle domus più belle di Ercolano. Belle ma chiuse al pubblico perché bisognose di interventi di restauro. La gara per l’appalto dei lavori, affidata ad Invitalia, è oramai pronta e partirà nei prossimi giorni, ma nel frattempo tutto il nostro pubblico avrà il privilegio unico di accedere alla Casa a Graticcio, la Casa dell’Atrio a mosaico, la Casa del Colonnato tuscanico solo per citarne alcune».

«Sono veramente fiero di tutte le forze messe in campo dallo staff del Parco e da tutta la rete di collaborazioni con cui interagiamo e, in primis, con il Phi e i colleghi dell’Herculaneum Conservation Project. Tutto il nostro personale con lena si sta dedicando in smart working dalle proprie abitazioni a garantire la continuità amministrativa e nuove opportunità di visita alternative per i nostri visitatori».

«Noi – continua ancora il direttore del Parco Archeologico di Ercolano – eravamo pronti a partire con la completa digitalizzazione del flusso di tutti i nostri documenti, che sperimentavamo da qualche mese già prima della crisi Covid19: con l’inizio dello smart working abbiamo dematerializzato tutti i processi e posso con orgoglio dire che non abbiamo mai smesso di seguire la nostra attività, compresa quella dei pagamenti dovuti agli operatori economici che svolgono lavori e servizi per il Parco. Compiendo il nostro dovere siamo consapevoli di contribuire ad assicurare liquidità agli operatori economici e, di conseguenza, contribuiamo ad assicurare le necessarie entrate ai loro dipendenti e alle loro famiglie».

«Alla vista il Parco archeologico sembra addormentato – conclude quindi Sirano – ma nessuna notte è infinita e tutte le attività che stiamo mettendo in campo rappresentano le nuove albe che vivrà il Parco, ulteriori spunti per i visitatori che aspettano che i cancelli si riaprano. Se i nostri visitatori possono trascorrere buone ore di cultura e tanto stanno apprezzando le proposte digitali è solo grazie a tutto il personale che lo sta permettendo ed il mio ringraziamento non sarà mai sufficiente per ripagarli dello sforzo intrapreso». Fonte foto: PaErco.

Alessandra Randazzo

Alessandra Randazzo

Classicista e comunicatrice. Si occupa di beni culturali per riviste di settore.

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