Pompei, la vita da baby volontari di Tonia e Raffaele: in giro per regalare sorrisi
POMPEI. Tonia e Raffaele sono due giovani di Pompei di appena venti e ventuno anni. Nonostante la giovane età, hanno deciso di mettere da parte social e smartphone per aiutare la comunità mariana. La loro vita, ormai da un mese, s’è letteralmente trasformata: niente più libri di studio e niente camera con vista social, stavolta sono in strada per regalare sorrisi e speranze a chi ne ha bisogno. Indossano una divisa rossa, quella della Croce Rossa.
L’obiettivo è aiutare i meno fortunati, quegli anziani dagli occhi smarriti che a Pompei, così come nelle altre città, stanno vivendo un incubo. E’ quello provocato dalla diffusione del Covid-19, il virus partito da Wuhan che ha trovato impreparato il nostro Paese e soprattutto migliaia di nonnini che convivono con la paura del contagio.
Anziani che, grazie al cuore d’oro dei giovani volontari di Pompei, possono ora stringere una mano, contare su una carezza. In agenda segnano in rosso i numeri da chiamare per la spesa, per i farmaci o per le tante altre situazioni di emergenza che sono costretti a fronteggiare soli, complice l’isolamento forzato imposto dal Governo per limitare il contagio.
«Ci hanno insegnato un comandamento, ama il prossimo tuo come te stesso – dicono Tonia e Raffaele confessando paure e sentimenti ai tempi del Covid in Italia -. Si può amare in tanti modi, uno di questi e quello di donare il proprio tempo per essere non solo di aiuto ma anche di sostegno al prossimo che è in difficoltà e saper condividere le loro difficoltà».
Difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti, al di là dei preziosi aiuto garanti dagli uffici di Palazzo de Fusco, unitamente a polizia, carabinieri, finanza e vigili urbani, tutti in campo ogni giorno per rispondere alle chiamate di assistenza che arrivano a velocità incontrollata. Un dramma che la città mariana non s’era mai trovata a fronteggiare prima d’ora.
«E’ vero, è una situazione difficile, ma non è giusto definirla guerra – spiegano i due volontari che fanno parte di una squadra di altre 130 persone -. Certo, come in tutte le cose, si incontrano delle difficoltà, ma l’entusiasmo e lo spirito di collaborazione ce le fanno superare. Il segreto è questo: uniti si può vincere».
Una battaglia che a Pompei va avanti da giorni e che nelle ultime ore, dopo il progetto naufragato che prevedeva l’allestimento di un presidio Usca nei locali di Casale Piscicelli, potrà ancora anche su un centro anti-Covid grazie al contributo prezioso concesso dalla Casa di Cura Maria Rosaria di via Colle San Bartolomeo. Gratuitamente, in collaborazione con la Regione, la struttura metterà in campo la sua esperienza per un percorso di riabilitazione per i pazienti clinicamente guariti.
«A Pompei siamo numerosi – dicono entusiasti Tonia e Raffaele, che ormai da settimane vanno in giro per i market a fare la spesa da consegnare a domicilio -. Le paure che viviamo ogni giorno sono tante ed è naturale, ma personalmente non abbiamo vissuto episodi particolari in senso negativo, anche se facciamo parte del gruppo da appena un anno».
I loro occhi si riempiono di lacrime quando ricordano gli aiuti garantiti agli anziani. «Si prova tanta tenerezza proprio come quando hai in braccio un bimbo che dipende da chi lo accudisce. Spesso questi nonnini soli necessitano sia di cure materiali ma soprattutto di assistenza morale per illuminare le loro buie giornate. La nostra città deve mostrare tutti i giorni, sempre e comunque, l’immenso affetto soprattutto per il personale sanitario. E’ un grande incoraggiamento. Noi non siamo un bersaglio, possiamo commettere degli errori, ma siamo qui per amore della nostra città».