Pompei, Massimo Osanna racconta i nuovi scavi nella Regio V in un inedito tour virtuale

POMPEI. Un viaggio alla scoperta di Pompei con una guida d’eccezione, il direttore Massimo Osanna. Grazie alle iniziative social lanciate dal Mibact a causa dell’emergenza coronavirus e con la chiusura di musei e parchi archeologici, Pompei mostra le sue bellezze chiuse al pubblico ma anche un dietro le quinte spesso inedito e raccontato da numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela e valorizzazione.

Un volo con il drone e la sapiente voce del direttore condurranno lo spettatore tra vicoli e domus alla scoperta dei più recenti scavi della Regio V. La casa del Giardino con gli splendidi affreschi del triclinio e il portico dipinto con pitture da giardino, ma anche la preziosa casa di Orione con il mosaico unico nel suo genere.

Uno spaccato davvero unico di una parte di Pompei ancora non fruibile, ma che è riuscita ad appassionare in questi anni grazie alle sue scoperte capaci di raccontare ancora qualcosa di nuovo sulla città vesuviana. Solo grazie a questo tipo di riprese è possibile ammirare dall’alto anche il complesso intrico di strade e vicoli che altrimenti non sarebbe godibile dal basso

Infatti la Regio V si può così apprezzare con il suo affaccio sulla via di Nola, una delle grandi arterie stradali di Pompei, zona ricca di attività commerciali e di residenze lussuose, simbolo di una nuova classe sociale che fino al 79 d.C. aveva prosperato nella città all’ombra del Vesuvio.

La Casa con Giardino prende il nome dal ritrovamento di un ampio spazio aperto con portico, all’interno del quale sono state rinvenute tracce vegetali che, dopo accurate analisi paleobotaniche, stanno fornendo un quadro completo delle specie presenti nel giardino al momento dell’eruzione.

Anche questo edificio fu interessato da scavi antichi, i cunicoli lo confermerebbero, tuttavia la maggior parte degli ambienti e degli apparati decorativi si sono mantenuti in buone condizioni e presentano tracce di lavori in corso al momento dell’eruzione. L’ingresso principale dell’abitazione si affacciava su vicolo dei Balconi.

Lo stretto ingresso immetteva su un atrio, a sua volta comunicante con un portico aperto sul giardino e sostenuto da colonne in muratura poggianti su una zoccolatura riccamente decorata da affreschi su fondo nero raffiguranti piante fiorite.

In una stanza con apertura sul portico e che a differenza di altre ha resistito alla prima fase dell’eruzione (quella con la caduta dei lapilli), per poi essere distrutta e riempita dal materiale piroclastico, sono stati rinvenuti i resti scheletrici di cinque fuggiaschi che evidentemente avevano cercato riparo nella stanza più interna della casa.

Nella Casa di Orione invece, il mosaico omonimo si data al tardo II secolo a.C. quando dai ritrovamenti archeologici e dalle fonti sappiamo che la Campania si apre a scambi sempre più fitti con il Mediterraneo orientale e diviene sede di importanti scali commerciali. E proprio in questo particolare e felice momento che si diffondono miti e iconografie fino ad ora sconosciuti al mondo magno greco e sannita.

Pompei ancora una volta è in grado di recepire e assimilare le connessioni mediterranee divenendo centro propulsore di mode e anche di unicum nel panorama artistico. La casa Orione, del resto, seppur ancora in corso di scavo, si inserisce all’interno delle grandi case pompeiane e sin dall’inizio ha stupito per qualità ed eccentriche mode che possiamo definire retrò.

In alcuni ambienti, infatti, seppur la moda dettasse altri stili, i proprietari avevano voluto mantenere il I stile pompeiano con riquadri in stucco imitanti lastre marmoree policrome e cornici con modanature dentellate. È probabile che il proprietario non abbia cambiato appositamente la tipologia decorativa mantenendo volutamente il primo stile che via via era stato sostituito in altre dimore da pitture più moderne.

Alessandra Randazzo

Alessandra Randazzo

Classicista e comunicatrice. Si occupa di beni culturali per riviste di settore.

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