I Fornacalia rappresentava l’antica festa dei panifici a Pompei
POMPEI. A Pompei (come a Roma) dal 7 al 17 febbraio i pistores (potente corporazione dei panificatori ai tempi dell’Impero) organizzavano i Fornacalia, festa dedicata alla dea Vesta, protettrice dei forni per cuocere il pane. Nell’antica Pompei sono stati trovati numerosi forni di diversa dimensione e fattura.
Alcuni di essi erano dotati di macina per fare la farina e altri no, altri forni invece erano attigui alle taverne dove era possibile consumare il pasto. La dea Vesta proteggeva il forno e l’attività di panificazione.
Ad essa durante i Fornacalia era offerta la “mola salsa”, fatta con chicchi di farro abbrustolito e pestati in un mortaio: tipo una focaccia dei giorni nostri.
La dea Vesta viene raffigurata nell’atto di ricevere le offerte accompagnata dall’asino, il suo animale sacro (che fa girare la macina). A Pompei è rappresentata in un dipinto nel sacello della Casa del Forno. La focaccia sacra veniva offerta, a Pompei, da 7 al 17 febbraio alla divinità venerata dai pistores e distribuita in piccoli pezzi ai clienti devoti.
La mola sacra in forma di deferenza veniva cosparsa sugli animali destinati al sacrificio alla dea Vesta. Difatti la parola “immolare” deriva dal cospargere di mola salsa.
La focaccia di mola salsa era il cibo simbolico (come ad esempio l’ostia nella comunione) delle cerimonie sacre, distribuito dalle vestali (sacerdotesse dell’epoca) non solo durante i Fornacalia, ma anche nelle altre principali feste previste dalla religione romana come i Vestalia, i Matralia, i Lupercalia, ecc.