La Befana del Vigile era una tradizione molto sentita a Pompei tra gli anni ’50 e ’60

POMPEI. La befana del Vigile è una bella tradizione che nacque in Italia subito dopo la Seconda Guerra Mondiale: all’inizio del 1946 i semplici cittadini e i commercianti, per aiutare le famiglie dei vigili urbani che in quel periodo non se la passavano molto bene, pensarono di donagli generi alimentari e oggetti che potessero rendergli la vita migliore.

Dopo qualche anno dall’istituzione dell’usanza, quando il tenore di vita medio era migliorato, la tradizione continuò: i doni ricevuti dai vigili urbani venivano però destinati alle persone meno abbienti della città. Anche Pompei ebbe la sua Befana del Vigile, tra la metà degli anni ‘50 e la fine a degli anni ’60.

L’allora comandante dei vigili Luigi Bernardino Padulosi (fu a capo del corpo dal 1953 al 1981-82) diede la possibilità a commercianti e bottegai della città di donare ai suoi caschi bianchi regali per ringraziarli dell’opera svolta nel gestire il traffico cittadino, in un periodo in cui non erano ancora andati in funzione i semafori.

Una delle postazioni più “gettonate” era la pedana al centro dell’incrocio tra via Piave e via Lepanto, quando ancora non era nata l’attuale piazza Bartolo Longo davanti alla Basilica. Il 6 gennaio, come di consuetudine, la pedana pompeiana, regia di manovra veicolare, veniva letteralmente invasa da pile di doni consistenti in dolci, bottiglie e fiaschi di vino o di olio, pasta, bombole di gas, panettoni, ecc.

Gli ufficiali del traffico, infreddoliti con i lunghi cappotti e i loro guanti con i maniconi bianchi (resi celebri dalla fantastica interpretazione del grandissimo Alberto Sordi nel film “Il Vigile”, che in quel periodo uscì nelle sale cinematografiche e che ebbe un gran successo, incassando ben 969 milioni e 259 mila lire dell’epoca) gradivano i regali e non disdegnavano di farsi immortalare in molte foto d’epoca.

A volte era talmente grande la mole e la quantità dei regali offerti dalla gente che le auto dovevano eseguire manovre faticose per poter passare agli incroci e i vigili erano costretti a rimuovere i regali più ingombranti per poi depositarli nell’androne di Palazzo De Fusco (allora sede anche del comando dei vigili).

Qui erano custoditi da Daniele, un vero e proprio personaggio di corporatura bassa, con enormi stivaloni, che dall’andatura, agli occhi dei bambini, ricordava un simpatico elfo. Il fenomeno della “Befana del Vigile” si protrasse per diversi anni in tutta Italia.

Poi, con l’avvento dei semafori andò a scemare e uscì dalle usanze della vita nazionale senza una motivata spiegazione. Tante sono le città che in questi ultimi anni hanno ripreso questa manifestazione ripristinandola, a conferma del buon rapporto che intercorreva e intercorre tra la Polizia Municipale e i cittadini, ma diciamoci la verità: la Befana del Vigile di allora a Pompei era davvero originale e rendeva quasi magico il giorno conclusivo delle feste di fine anno, che oggi tutti i bambini aspettano con ansia davvero unica.

La foto di copertina è uno scatto risalente al 1960 e ci mostra due vigili urbani del comando di Pompei in bella posa il giorno dell’Epifania insieme a due concittadini, nell’atto della consegna dei doni. Inoltre si può osservare la grande quantità di regali presenti ai piedi della pedana posta all’incrocio tra via Piave e via Lepanto: c’era davvero di tutto, dai dolci natalizi ai generi di prima necessità, a testimonianza del fatto che la Befana del Vigile era una tradizione davvero molto sentita a Pompei.

Luigi Ametrano

Luigi Ametrano

Imprenditore alberghiero con la passione per la scrittura e la storia recente di Pompei

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