Anche a Pompei un murales firmato dallo street artist Carlos Atoche
POMPEI. Adesso anche la città degli Scavi può fregiarsi di possedere un murales firmato da Carlos Atoche, il noto artista peruviano che ha già all’attivo decine di opere di street art urbana sparse per l’Italia e all’estero, tra cui anche diversi siti culturali. A Pompei l’opera di Carlos si trova, dallo scorso 8 settembre, all’inizio di via San Giuseppe, all’angolo con la gelateria artigianale Golden Ice.
Per realizzare il personalissimo wall paint con cui ha omaggiato Pompei e il suo antico passato, Carlos ha impiegato circa tre giorni e si è ispirato ovviamente alla figura (immaginaria) di un abitante della città romana, un patrizio nel caso specifico, il cui volto è stato riprodotto sul muro come se fosse all’interno di un enorme medaglione.
A fare da sfondo al grande dipinto (di circa 4 mq.) è un’ampia parete caratterizzata da un preesistente (e perfettamente abbinato, bisogna dire) colore rosso pompeiano. Il murales firmato Atoche è stato molto apprezzato dai residenti, dai commercianti della zona e non solo.
L’artista 35enne, nato a Lima (Perù) da padre peruviano e madre argentina, da anni vive stabilmente a Roma e ad inizio settembre è stato in Campania, ospite di alcuni amici sarnesi. Ne ha quindi approfittato per una visita alle rovine dell’antica Pompei, rimanendone affascinato: da qui il suo omaggio alla città romana. Il suo legame con l’arte, però, nasce da molto più lontano.
Fin da piccolo – si legge infatti nella biografia sul suo sito personale www.carlosatoche.com – rimaneva per lungo tempo ad osservare l’attività di scultore del padre, specializzato nella produzione di maschere di legno. Raggiunta la maggiore età si dirige Oltreoceano e qui la sua visone artistica incrocia le bellezze del vecchio continente. Rimane subito impressionato dalle meraviglie pittoriche e architettoniche italiane, tanto da trasferirsi a Roma poco dopo, città dove consegue il diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti.
Proprio nella capitale cresce vertiginosamente il desiderio di esprimere il suo talento artistico, le reminiscenze legate al disegno e alla scultura lo aiutano a definire e a circoscrivere in modo più chiaro gli elementi nello spazio bidimensionale della pittura. Negli anni della frequentazione dell’accademia comincia ad appassionarsi alla street art, movimento ancora poco in auge, e la sua vena creativa si trasferisce sui muri, dove troverà superfici fertili su cui esprimersi.
Dipingere in strada cambia totalmente la sua percezione, la connessione che si instaura tra l’arte e il luogo in cui si realizza è indissolubile, così come il rapporto tra artista e passanti. La sua tavolozza raccoglie uno zibaldone di culture ed esperienze che gli permette di dare vita a veri e propri capolavori “open air”. La sua ricerca intimistica si traduce in pensieri quotidiani e interrogativi travestiti da elementi figurativi.
Come uno sciamano che collega il mondo fisico a quello metafisico, l’artista cerca di stabilire una profonda connessione tra il suo desiderio di comunicare e i destinatari del suo messaggio, nella speranza di riuscire nella difficile missione di “umanizzare” maggiormente gli individui, risvegliando le coscienze e rendendo tutti più consapevoli della propria essenza creativa.
Le influenze che possiamo scovare nella sua pittura sono molteplici: dai tratti inconfondibili delle civiltà classiche, alle concezioni spaziali dei grandi maestri italiani, dallo stile distintivo delle antiche culture sudamericane fino alle interpretazioni concettuali più contemporanee. Vasto il suo repertorio di cui trovare un saggio sul sito web: dai dipinti alle incisioni su linoleum, dai murales, appunto, alle illustrazioni, passando per gli acquerelli.