Castellammare, rinasce l’Archeoclub: l’obiettivo è divulgare la storia e i tesori di Stabia
Numerose le attività in programma nei prossimi mesi: intervista a Massimo Santaniello, presidente del club stabiese
CASTELLAMMARE DI STABIA. «Vogliamo che le persone scoprano l’arte di Castellammare»: è questo uno degli obiettivi primari del neonato Archeoclub Stabia e illustrati dal suo presidente Massimo Santaniello durante l’intervista rilasciataci. L’Archeoclub d’Italia è un’associazione nata nel 1971 come centro di documentazione archeologica al fine di sostenere, con un impegno concreto, gli studiosi e gli esperti di archeologia nella divulgazione della conoscenza del passato attraverso le sedi locali distribuite in diversi Comuni italiani.
«A Castellammare, questa associazione, esisteva già una decina di anni fa – ha evidenziato il presidente Santaniello – e abbiamo deciso di rifondarla perché crediamo che una città ricca d’arte e con siti archeologici di inestimabile valore (come le due vile romane, nda) dovesse avere una sede dell’Archeoclub».
Santaniello si è poi soffermato sull’organizzazione dell’associazione che «è nata a luglio e può contare già su quasi 50 soci, molti dei quali hanno un’età compresa tra i 20 e i 30 anni (nella foto di copertina). Al suo interno abbiamo creato dei dipartimenti come quelli di architettura, storia, archeologia ed eventi culturali ognuno dei quali con a capo un esperto del settore. Ogni socio, in tal modo, può scegliere, in base alle esperienze personali, in quale dipartimento dare il proprio contributo».
E proprio il contributo di tutti i soci sarà fondamentale nella realizzazione dei progetti dell’associazione: «Ci siamo già prefissati – spiega il presidente – una serie di obiettivi da raggiungere negli ultimi mesi del 2019 e nel corso del prossimo anno. Tra i primi c’è quello di iniziare uno studio degli affreschi rinvenuti nelle domus stabiane, poi lavoreremo alla realizzazione di una targa in ricordo della famiglia Farnese: Castellammare è stato loro feudo per circa un secolo e mezzo e ci sembra doveroso ricordare la storia di questa famiglia. Per realizzarla stiamo recuperando gli elementi storici necessari per ricostruire quel periodo che ha reso famosa Castellammare».
E aggiunge: «Tra i gli obiettivi di quest’anno, inoltre, c’è di quello di studiare la città sotterranea di Stabia. Sappiamo che sotto la città, in particolar modo sulla collina di Varano, ci sono una serie di gallerie che, attraverso gli indizi, arriveremo a mappare. Infine abbiamo organizzato un evento per il 14 e 15 settembre 2019, “Stabia città d’arte”: durante questi giorni metteremo in mostra i tesori d’arte della città, dalle chiese ai musei, sia quello di Quisisana che quello diocesano, un’occasione per far conoscere ai cittadini e ai soci il potenziale artistico di Castellammare».
Un evento nato proprio da questo desiderio di far conoscere Castellammare: «Vogliamo far conoscere i suoi quasi tremila anni di storia: infatti – conclude il presidente Santaniello – abbiamo notizie di Stabia già a partire dal 1236 a.C. e le chiese, gli scavi, i sentieri naturalistici, la grotta di San Biagio, l’acquedotto borbonico, i palazzi nobiliari sparsi su tutto il territorio sono prova tangibile della sua storia».