Il Santuario di Pompei ricorda i 50 anni dallo storico sbarco del primo uomo sulla Luna
POMPEI. Lo storico sbarco del primo uomo sulla Luna, in quel torrido luglio del 1969, fu sicuramente un evento che, per sua portata, non poteva lasciare indifferente nessuno e nessun mezzo d’informazione. Così anche il periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei”, organo d’informazione ufficiale dal Santuario di Pompei, diede la notizia dell’impresa compiuta da Armostrong e compagni nel corso della missione Apollo 11.
Lo ricorda la pagina Facebook del Pontificio Santuario, nell’ambito del cinquantesimo anniversario di quello storico evento, che ripropone una riflessione di monsignor Aurelio Signora, arcivescovo della città mariana dal 1957 al 1977. “La luna – scriveva – nella fantasia dell’uomo continua ad esercitare il suo fascino, e rimane ancora, nella letteratura mariologica, termine di paragone di un candore inviolato e di una luce purissima”.
D’altra parte nell’inno tradizionale intitolato “Dell’aurora tu sorgi più bella” (il testo è di Francesco Saverio M. D’Aria, la musica di Luigi Guida) si canta: “Bella tu sei qual sole, bianca più della luna: e le stelle più belle non son belle al par di te”.
L’allora prelato di Pompei raccontò dalle colonne del periodico quei giorni della missione della Nasa (dal lancio dell’Apollo 11, il 16 luglio 1969, all’ammaraggio del modulo, il successivo 24 luglio), giorni che per monsignor Signora furono scanditi dalla permanenza a Lourdes, alla guida di un pellegrinaggio di fedeli campani.
L’Arcivescovo ricorda soprattutto il momento della partenza della partenza degli astronauti statunitensi (durante cui era impegnato a celebrare la santa Messa a Lourdes) e quello del rientro sulla Terra, che fu atteso dai fedeli a Pompei, raccolti in preghiera davanti all’Altare maggiore del Santuario di Pompei affinché la missione si concludesse nel migliore dei modi. Così come effettivamente avvenne.
“Era notte: a Lourdes” racconta nell’articolo mons. Signora le ore della partenza dell’Apollo 11 verso la Luna, che poi prosegue: “La Grotta, poco illuminata da fasci di candele, offriva la bianca statua dell’Immacolata, tra i riflessi di luce rossastra, ai fedeli devoti, che nemmeno la notte riusciva ad allontanare. Nel ciclo scuro, la luna appariva come una falce bianca e attorno le stelle. Il mormorio del Gave, il profumo dei Tigli, un silenzio immenso, accompagnavano e favorivano la meditazione, mentre verso la luna stavano andando gli astronauti”.
“A prima mattina – prosegue l’articolo – i pellegrini napoletani, salernitani, beneventani e maltesi hanno il loro primo appuntamento con la Madonna. Celebro la S. Messa all’altare della Grotta; duemila italiani stanno attorno all’Immagine dell’Immacolata. […] Il pensiero era dominato dal fatto degli uomini impegnati nel volo spaziale verso la Luna, il pianeta che la poesia della Liturgia chiama «sgabello su cui posano i piedi dell’Immacolata Maria»”.
Così invece il prelato racconta l’attesa dei ritorno dell’Apollo 11 vissuta a Pompei: “La famiglia pompeiana era, in quel momento, le 18,49 del giorno 24 Luglio attorno all’Altare della Madonna di Pompei. Esultanti, emozionati, felici. Come a Lourdes nel momento dell’inizio, cosi a Pompei, all’ora del ritorno, la preghiera salì al Signore, Dio dell’universo, per mezzo di Maria, Regina del cielo e della terra. Ed era il canto del Magnificat”.