La rassegna Pompeii Theatrum Mundi prosegue con Edipo a Colono
In questo dramma risplendono le radici delle energie misteriose che il genere umano è stato chiamato a sfidare
POMPEI. Prosegue la rassegna di drammaturgia Pompeii Theatrum Mundi: dal 27 al 29 giugno 2019 il secondo spettacolo in programma è a firma del regista lituano Rimas Tuminas, che al Teatro Grande di Pompei presenterà in prima assoluta Edipo a Colono di Sofocle nella riscrittura di Ruggero Cappuccio. Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia.
L’Edipo a Colono sofocleo è forse il più alto paradigma del dolore. In esso risplendono le radici delle energie misteriose che il genere umano è stato chiamato a sfidare nell’arco di migliaia di anni. Nella riscrittura di Ruggero Cappuccio si approda in un luogo della memoria sospeso nel tempo, in cui i segni incancellabili della classicità si specchiano con il clima novecentesco della psicanalisi, delle guerre, delle lotte tra popoli per il raggiungimento del potere.
«L’opera Edipo a Colono di Ruggero Cappuccio – spiega Rimas Tuminas nelle note di regia – potrebbe essere descritta in due parole: “disperata euforia”. Stiamo lavorando su un testo scritto secondo i dettami del genere narrativo-poetico. Attraverso il caos, la sofferenza umana cresce fino a diventare dramma delle emozioni. Questo è il percorso della nostra performance. Colui che nega a se stesso qualsiasi inutile superficialità è un uomo libero».
«La storia di Edipo-padre ed Ismene – prosegue il regista – è un trionfo di giovinezza, di gloria dell’essere al mondo. La morte del padre è una cerimonia d’addio di cui tutti siamo testimoni. La cosa più importante, nella vita, è riuscire a vedere ciò che abbiamo intorno. Un attore sale sul palcoscenico per trovare la verità di un personaggio ed accompagnarlo sul sentiero della percezione. Ho accettato con piacere la proposta di partecipare a questa edizione di Pompeii Theatrum Mundi. Speriamo che il nostro lavoro sia coerente con il quadro generale del festival».