Cantare la Passione: a Napoli in scena il Miserere
Torna, per la Pasqua, l’atteso appuntamento con la liturgia della settimana santa al Centro di Cultura Domus Ars
NAPOLI. “Miserere mei Deus, pietà di me, oh Dio”. Così recita il salmo 51 dell’Antico Testamento quando Davide esprime la sua accorata supplica al Signore. Torna, per la Pasqua, l’appuntamento con la liturgia della settimana santa al Centro di Cultura Domus Ars (via Santa Chiara, 10 Napoli). Giovedì 18 e sabato 20 aprile 2019 alle ore 21 in scena, Miserere – Cantare la Passione, la cantata popolare scritta e diretta da Carlo Faiello, prodotta dall’associazione “Il Canto di Virgilio” e patrocinata dalla Regione Campania.
Questa edizione del concerto-spettacolo in forma di oratorio vede protagoniste sei donne: Antonella Stefanucci nel ruolo della Madonna, Antonella Morea in quello della corifea e, accanto a loro, altre quattro grandi voci napoletane come Patrizia Spinosi, Fiorenza Calogero, Marianita Carfora e Elisabetta D’Acunzo. Queste “cantatrici” della tradizione orale rappresentano il corteo delle antiche cerimonie religiose o delle rappresentazioni popolari del Sud. Con il loro canto “raccontano”, ognuna a modo suo, il dolore di Maria e la sofferenza di Cristo.
«Ho immaginato uno spettacolo sulla religiosità popolare, un dramma cantato e recitato in forma dialettale che raccoglie idiomi diversi della Campania. Una Passione laica che proviene dalle antiche processioni e cerimonie del Sud Italia. Antonella Stefanucci è la Madonna, straziata dal dolore per il figlio in croce che rappresenta la condizione degli umili, sottomessi e umiliati dal potere dominante», dice Carlo Faiello.
Il musicista partenopeo ha condotto infatti una serie di ricerche su parte del repertorio musicale para-liturgico di tradizione orale della regione Campania. Gli studi si sono focalizzati sui canti e le liturgie nel Cilento antico, zona vesuviana, terra di lavoro, costiera amalfitana. Un flusso sonoro di “canto sacro”, di materia linguistica dialettale e non, di musica etnica, modalità lessicali e gestuali carico di significati e di stratificazioni. A ciò si aggiungono le composizioni originali di Faiello. Sulla scena anche: il Quartetto Santa Chiara, Pasquale Nocerino al violino, Ivana Pisacreta al violoncello, Edo Puccini alla chitarra e Francesco Siscignano al clarinetto. Testi e musiche di Carlo Faiello.
L’interpretazione drammaturgica della madre di Cristo, interpretata da Antonella Stefanucci, è quella sofferente di ciascuna madre dinnanzi alla morte del proprio figlio. «È la prima volta – spiega l’artista – che approccio a questo tipo di repertorio legato alla tradizione. Maria, madre di Cristo morto sulla croce però, non mi è estranea. Sono infatti una seguace dell’Addolorata che si trova nella chiesa di piazza Trieste e Trento alla quale spesso mi rivolgo. Inoltre in questi anni ho fatto parte del comitato per la beatificazione di Nina Moscati, dopo aver interpretato questo personaggio nel film per la tv di Giacomo Campiotti “Giuseppe Moscati- l’amore che guarisce” con Beppe Fiorello. Al di là dei cori, il mio ruolo è legato alla interpretazione drammaturgica del personaggio di Maria addolorata. Al mio fianco, grandi voci interpreti della canzone partenopea».
Lo strazio e la tragedia sono messi a nudo anche attraverso il canto e la voce di Antonella Morea, tra i pezzi cantati ci sono: “Rose e spine”, “Miéttece ‘e mane” e altre. «Misere è un viaggio musicale nella passione morte e resurrezione di Cristo che Carlo Faiello ripropone alla Domus Ars con canti popolari e brani riscritti da lui. Da tanti anni faccio parte di questa cantata popolare. Quest’anno – racconta ancora la Morea – il gruppo femminile è molto forte e io ho ritrovato molte delle mie compagne di Gatta Cenerentola. Nello spettacolo sono la più adulta delle donne e racconto cantando quello che la Madonna ha visto del suo povero figlio flagellato e inchiodato. Tra i tanti brani che interpreto, Faiello mi ha affidato anche l’ultimo da lui composto, che narra un dolore umano ormai sublimato da una resurrezione di luce e di cambiamento: Rosa e spine». Tutte le info su: www.domusars.it. (Foto: Domus Ars).