Res Rustica: botanica e cibo del 79 dopo Cristo in mostra al Museo Archeologico di Napoli
NAPOLI. Pezzi di pane, frutta, ortaggi e cereali, forse pronti per essere consumati e che invece sono diventati tra i simboli più emblematici dell’immane tragedia che sconvolse le città vesuviane quasi duemila anni fa: sono proprio questi straordinari reperti, con il loro carico di quotidianità interrotta, i protagonisti della mostra “Res Rustica. Archeologia, botanica e cibo nel 79 d.C.”, in programma sino al 18 febbraio 2019 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann).
L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli e inclusa nell’ambito del progetto “Alla scoperta dei tesori del Mann”, non è soltanto un rigoroso ed appassionante racconto di archeobotanica, ma vuole essere anche un’occasione per assemblare nuovamente la Collezione dei Commestibili, nell’attesa di un restyling complessivo, insieme ai Tessuti, nella proposta espositiva permanente del Museo.
Il percorso della mostra si apre (sala 94, adiacente al Plastico di Pompei) con una grande carta geografica, su cui sono tracciate le rotte seguite nell’antichità dalle singole specie, spesso approdate sulle coste italiane dall’Oriente: pesche, olive, agli, melagrane, carrube, fichi, datteri, sono soltanto alcuni dei prodotti che, una volta, animarono la tavola e la quotidianità dei romani.
Questi frutti della terra sono presentati, oggi, in un’originale veste: fragile e forte al tempo stesso, capace di sopravvivere allo scorrere del tempo ed arrivare al presente, restituendo reperti carbonizzati e non.
Le indagini scientifiche, coordinate da Gaetano Di Pasquale e da Alessia D’Auria (Dipartimento di Agraria, Università degli Studi di Napoli “Federico II”), hanno consentito di svelare anche un “giallo” nella Collezione dei Commestibili.
Le datazioni, effettuate presso il Laboratorio Circe (Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”), hanno dimostrato che circa 5 chilogrammi d’uva, presumibilmente vinacce (residui della lavorazione dell’uva formati da graspi, bucce, vinaccioli), tra gli oggetti conservati nei depositi, non sono di origine antica, ma risalgono al XVIII secolo e, dunque, al periodo dei primi ritrovamenti nelle città vesuviane: questi reperti provengono da coltivazioni settecentesche, mescolate, volutamente o meno, con il materiale archeobotanico.
Per favorire la divulgazione dei contenuti grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, in mostra ci sono anche alcuni video (in italiano ed in inglese), che illustrano gli antichi reperti botanici in un costante rapporto con le conoscenze acquisite nel presente (il progetto multimediale è stato elaborato da Aldo Claudio Zappalà, art content di “Alla scoperta dei Tesori del Mann”).
Eppure, l’archeobotanica costituisce solo lo stadio iniziale, la via d’accesso, per così dire, alle suggestioni del percorso espositivo di “Res Rustica”: la seconda sezione della mostra (sala 95), infatti, è dedicata all’utilizzo dei commestibili nella vita quotidiana.
Al pubblico, dunque, sono presentati gli attrezzi della cucina, le riserve della dispensa, gli esiti conviviali di una tavola apparecchiata: alcune anfore, una falce, una stadera sono i segni tangibili di un’attività manuale sapiente, accostata al cibo rappresentato in alcuni affreschi appartenenti alle collezioni museali, in un magico gioco di assonanze e dissonanze.
Molto ampio è l’elenco delle specie archeobotaniche complessivamente in mostra: vite (vinaccioli), olivo (olive e noccioli), fico (frutti interi e spaccati), pino domestico (pigne, pinoli), melograno (frutti piccoli e “bucce”), nocciolo (nocciole sgusciate), pesco (noccioli), mandorlo (frutti), carrubo (frutti), cereali (orzo, miglio, farro, cariossidi), legumi (semi di lenticchie, favino), castagno (una castagna), aglio (diversi spicchi), cipolla, scalogno (bulbi), palma da dattero (datteri).
Ancora, tra gli elementi di curiosità della mostra, figura la riproposizione della bottiglia con l’olio d’oliva di duemila anni fa (presentato da Alberto Angela nella recente conferenza stampa su “Stanotte a Pompei” e studiato, in passato, da altri esperti): accanto al reperto, un pane, una fresella ed un tarallo, appartenenti al mondo antico, per immaginare, forse, una dieta mediterranea ante litteram.
“Res Rustica” è un percorso espositivo che è nato non soltanto dalla sinergia scientifica tra distinte e prestigiose istituzioni, ma ha goduto della sensibilità di un’importante realtà imprenditoriale del territorio campano: la mostra, infatti, è stata realizzata anche grazie al contributo del mecenate Rossopomodoro, che ha sostenuto l’intervento di valorizzazione della Collezione dei Commestibili del Mann. Foto: copyright Made in Pompei.