«Ridiamo a Civita Giuliana la sua vocazione»
L’appello della fiduciaria di Slow Food Vesuvio, Maria Lionelli: «Necessario difendere la biodiversità originaria del luogo».
POMPEI. Un territorio immerso nel verde, quello della contrada Civita Giuliana: una zona collinare con agrumeti, frutteti, campi di nocciole, produzioni floricole, orti che offrono quei prodotti tipici, esemplari della biodiversità della terra vesuviana e, in particolare, dell’agro sarnese con cipolle bianche, albicocche, arance e tanti altri prodotti che ci ricordano la bellezza dello stare a tavola come tanti anni fa. Un territorio, però, dove è anche forte il senso di abbandono, quando ad esempio si guardano le vie sconnesse, con scarsa illuminazione, con accumuli di rifiuti in strada.
Eppure proprio in quei luoghi, proprio con quei prodotti tipici, può partire un’azione di vero sviluppo per Pompei e non solo. I sapori della terra possono essere messi al centro di un nuovo modo di fare turismo, attento ai ritmi e ai prodotti della natura. Ne parliamo con Maria Lionelli, fiduciaria della condotta Slow Food Vesuvio, che proprio a Civita Giuliana ha intravisto delle potenzialità enormi per il ritorno ad una gastronomia naturale e di qualità. Capita, infatti, che ci siano luoghi che pochi conoscono, abitati ma dimenticati, pieni di storia ma trascurati.
Perché, allora, a Slow Food Vesuvio interessa un luogo non luogo come Civita Giuliana? «Perché è una terra di mezzo, tra Pompei e Boscoreale» spiega Maria Lionelli, che aggiunge: «È un posto dove una periferia confina con un’altra periferia. I Comuni vesuviani sono noti per l’alta e rischiosa densità abitativa, dove costruzioni su costruzioni fanno dimenticare il confine tra un Comune all’altro; invece poi lasciamo che le aree meno abitate perdano la propria vocazione, siano senza progetto».
E non è tutto. Slow Food Vesuvio crede nelle potenzialità di Civita Giuliana «perché l’agricoltura vesuviana – aggiunge la Lionelli – grazie ai tanti che ci stanno credendo, sta finalmente diventando un progetto di futuro, che ben dialoga con il paesaggio vesuviano, con la ricchezza archeologica, con un’offerta di accoglienza turistica diffusa, non invasiva, di sostegno alle economie familiari». Civita Giuliana, insomma, rappresenta una sfida anche per chi rimette l’agricoltura e i suoi prodotti di pregio al centro della proposta turistica.
«Abbiamo un paesaggio da difendere – conclude la fiduciaria Slow Food Vesuvio – dei luoghi di grande valore da riconnettere, un’area dove l’agricoltura può dialogare con laboratori, itinerari didattici, cultura, archeologia, economia e benessere. Siamo interessati a coltivare relazioni e con gli abitanti dell’area proveremo a promuovere una Comunità Slow food. Il nostro impegno è di salvaguardare la biodiversità, valorizzare i prodotti vesuviani e dare forza alle comunità locali che condividono queste finalità».