Alla nave scuola Amerigo Vespucci il premio Stabiesi Illustri del Rotary Club di Castellammare
Dopo la cerimonia formale via alle visite a bordo del veliero: in migliaia hanno visitato la “nave più bella del mondo”
CASTELLAMMARE DI STABIA. La nave scuola Amerigo Vespucci ha ricevuto il premio “Stabiesi Illustri” del Rotary Club di Castellammare di Stabia nel corso della cerimonia che si è tenuta nel pomeriggio di sabato 20 ottobre 2018 a bordo del veliero, ormeggiato allo Stabia Main Port della città delle acque. A ritirare il premio il comandante della Vespucci, Stefano Costantino, alla presenza del sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino. Dopo la cerimonia via alle visite a bordo della nave scuola: in migliaia hanno voluto cogliere l’occasione per visitare quella che è stata definita la “nave più bella del mondo”. Domenica mattina la Vespucci è ripartita lasciando in chi l’ha visitata il ricordo di una splendida esperienza.
Il veliero, vanto della Marina Militare Italiana, fu progettato insieme al gemello Cristoforo Colombo nel 1930 dall’ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio navale e direttore dei Regi cantieri navali di Castellammare di Stabia, riprendendo i progetti del veliero Monarca, l’ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, poi ribattezzato Re Galantuomo quando fu requisito dalla Marina Sarda dopo la conquista delle Due Sicilie e la conseguente nascita del Regno d’Italia.
La Real Marina delle Due Sicilie era all’avanguardia tra gli Stati italiani preunitari e le sue navi, assieme a quelle Sardo-Piemontesi (o, per meglio dire, Liguri) costituirono il primo nucleo della flotta militare italiana, come ben si osserva nel Museo Navale di La Spezia. I progetti ricopiati erano dell’ingegnere navale napoletano Sabatelli ed erano custoditi a Castellammare di Stabia insieme alle tecnologie necessarie alla costruzione di questa tipologia di imbarcazione.
Dal punto di vista tecnico-costruttivo la Amerigo Vespucci è una nave a vela con motore; dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a Nave”, quindi con tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, a tutti gli effetti un quarto albero. L’unità è inoltre fornita di vele di taglio: i fiocchi, a prora, fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana. La lunghezza della Nave al galleggiamento è di 82 metri, ma tra la poppa estrema e l’estremità del bompresso si raggiungono i 101 metri.
La larghezza massima dello scafo è di 15,5 metri, che arrivano a 21 metri considerando l’ingombro delle imbarcazioni, che sporgono dalla murata, e a 28 metri considerando le estremità del pennone più lungo, il trevo di maestra. L’immersione massima è pari a 7,3 metri. L’unità è dotata di ben 11 imbarcazioni: due motoscafi, di cui uno riservato al Comandante, due motobarche, due motolance, quattro palischermi a vela e a remi, utilizzati per l’addestramento degli Allievi, e la baleniera, anch’essa a remi e a vela, tradizionalmente riservata al comandante con un armo di soli Ufficiali. Il dislocamento a pieno carico è pari a 4.100 tonnellate.
Un’ultima curiosità riguarda l’episodio del 1962 che definitivamente diede lustro mondiale al veliero italiano: l’occasione fu l’incontro nel Mediterraneo con la portaerei statunitense USS Independence, che lampeggiò con il segnalatore luminoso per domandare: «Chi siete?». La risposta fu: «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». Dalla nave statunitense si ribatté: «Siete la più bella nave del mondo». Come dargli torto?