Non solo Regio V: ecco tutte le campagne di studio attualmente in corso a Pompei e nel suo suburbio

Nella città antica proseguono le attività di ricerca e di studio condotte in collaborazione con università italiane e straniere

POMPEI. Non solo Regio V: a Pompei proseguono le attività di ricerca e di studio condotte in collaborazione con università italiane e straniere anche in altri quartieri della città antica e in quello che era il suo suburbio (un’odierna periferia). Oltre al grande cantiere dei nuovi scavi della Regio V, infatti, sono in corso indagini archeologiche in aree che già sono alla luce, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza delle fasi più antiche della città e di acquisire ulteriori elementi relativi alla storia degli spazi urbani, al loro impiego nel tempo e all’influenza sulla vita sociale ed economica della città. Una conoscenza che è alla base della tutela e della salvaguardia del sito.

Dal Foro Triangolare al Tempio di Esculapio, dalle fulloniche della Regio VI alla Necropoli di Porta Sarno, dalle botteghe di via dell’Abbondanza nell’Insula VII, alla Casa del Leone presso l’Insula Occidentalis, sono diverse le campagne di studio condotte dal Parco Archeologico in collaborazione con l’Università “Federico II” o le concessioni – come quelle dell’Università degli Studi di Genova, dell’École Française de Rome e dell’Università di Rouen, della Universidad Europea de Valencia sotto la supervisione del Parco – nonché l’attività di scavo presso il sito di Civita Giuliana con il supporto della Procura della Repubblica di Torre Annunziata.

Nell’area del Foro Triangolare, si è da poco concluso il progetto di scavo in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, avviato nel 2016, volto a definire le diverse fasi edilizie del circuito murario urbano in questo settore della città con l’obiettivo di stabilirne le relazioni con il vicino portico occidentale e con il cosiddetto Tempio Dorico. Le indagini di scavo del 2017 avevano portato alla luce due tratti murari posti in prossimità della Schola (tomba a esedra).

Il primo, è una porzione di muro in grandi blocchi di tufo, rinvenuto dall’archeologo Amedeo Maiuri; l’altro è un muro in opera incerta. Le indagini hanno analizzato il rapporto tra i due tratti murari rintracciati, per chiarirne la cronologia e contribuire a definire lo sviluppo delle mura urbane in questo tratto e la loro strutturazione nel corso del tempo. È emerso che, molto probabilmente, questo settore del Foro Triangolare è stato interessato tra il III e il II secolo a.C. dalla presenza di un imponente sistema difensivo costituito da una struttura a doppia cortina e nucleo interno.

Nell’ambito dello stesso progetto è stato condotto e concluso lo scavo al Tempio di Esculapio (Asclepio in greco), posto nel Quartiere dei Teatri, all’incrocio tra via di Stabia e la cosiddetta via del Tempio di Iside, allo scopo di riesaminare la struttura dell’edificio per ricostruirne le fasi edilizie, dalla sua costruzione all’eruzione del 79 d.C. Per molto tempo, l’attribuzione di questo luogo di culto è stata controversa. Si riteneva che il tempio fosse dedicato a Giove Meilichio, divinità ctonia e funeraria, il cui culto difficilmente trovava spazio all’interno delle città. Studi recenti tendono ad attribuire la titolarità del culto al dio della medicina e della guarigione, Asclepio. Attribuzione già sostenuta da J. J. Winckelmann sulla base del rinvenimento di due statuette (secondo lo studioso, raffiguranti Asclepio stesso e Salus) e rafforzata dal rinvenimento di una cassetta contenente strumenti chirurgici e decorata da un rilievo in bronzo raffigurante il dio.

L’evoluzione delle installazioni produttive e le produzioni tessili dell’antica Pompei, sono, invece, oggetto del programma di ricerca “Spazi urbani di produzione e storia delle tecniche a Pompei e Delo”, condotto dall’École Française de Rome e dall’Università di Rouen sulle fulloniche e su una bottega della Regio VI, con l’obiettivo di  comprendere il funzionamento dell’economia urbana attraverso le attività produttive di due città antiche.
Presso la necropoli di Porta Sarno, invece, durante uno scavo di emergenza del 1998-99  furono scoperte alcune tombe sannitiche e due recinti funerari romani. Quest’estate è stata avviata la prima campagna del progetto di studio e indagine scientifica, oggetto della convenzione con il  Colegio de Doctores y Licenciados de Valencia, la Universidad Europea de Valencia e l’Institut Valencià de restauració y Conservació sotto la direzione di R. Albiach e L. Alapont, finalizzata al restauro dei monumenti funerari e alla documentazione fotogrammetrica e planimetrica della necropoli.

Gli scavi archeologici in alcune botteghe di via dell’Abbondanza (in corrispondenza della Regio VII, Insula 14) condotti dall’Università degli studi di Genova (coordinamento équipe universitaria prof. Silvia Pallecchi), hanno permesso il recupero di varie tipologie di materiali (ceramica, intonaci, metalli, reperti faunistici, malacofauna, monete, carporesti), utili per la comprensione di questi spazi e della loro articolazione in un periodo compreso tra il II secolo a.C. ed il 79 d.C. Lo studio dei reperti qui ritrovati, attualmente in corso, è considerata una preziosa fonte di informazione sugli aspetti della vita quotidiana, degli usi e dei costumi degli abitanti di Pompei.

Presso l’Insula Occidentalis è emerso un nuovo tratto del peristilio della Casa del Leone (VI 17, 25) nel corso delle recenti indagini condotte dal Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con l’Università di Napoli “Federico II” (coordinatore dell’équipe universitaria prof. Luigi Cicala). L’area del peristilio, difatti, posta su uno dei terrazzamenti inferiori del complesso abitativo era stata reinterrata dopo gli scavi borbonici. Oggi lo studio di tali ambienti è fondamentale, anche  in funzione del progetto di musealizzazione del soprastante Laboratorio di Ricerche Applicate.

Infine, nel suburbio settentrionale dell’antica Pompei, in località Civita Giuliana (contrada ricadente nel territorio comunale di Pompei) il Parco Archeologico di Pompei ha ripreso gli scavi di una grande villa rustica oggetto di cunicoli clandestini intercettati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Gli scavi negli scorsi mesi hanno portato in luce cinque ambienti pertinenti al quartiere servile della villa. È stato possibile realizzare i calchi di due letti e, per la prima volta, il calco intero di un cavallo, rinvenuto con gli elementi della bardatura nella stalla di fronte a una mangiatoia. L’intervento, da poco avviato in un’ottica di tutela del territorio, mira a completare lo scavo della stalla dove è stato rinvenuto l’equino, riportando in luce tutto l’ambiente e le murature perimetrali.

Redazione Made in Pompei

Redazione Made in Pompei

Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *