Pompeii Theatrum Mundi, va in scena “Eracle”

Dal 19 al 21 luglio lo spettacolo nel Teatro Grande di Pompei

POMPEI. Quarto e ultimo appuntamento con la rassegna artistica Pompeii Theatrum Mundi, realizzata nell’ambito della collaborazione fra il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro Nazionale e dal Parco Archeologico di Pompei in programma nel Teatro Grande della città antica. Da giovedì 19 a sabato 21 luglio è in programma “Eracle” di Euripide, per la regia di Emma Dante, prodotto dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (Inda) Fondazione onlus. “Eracle” è un dramma appassionante e struggente, ricco di colpi di scena e di intenso patetismo. È il dramma della follia, la follia che colpisce e trascina nella polvere l’eroe civilizzatore e benefattore dell’umanità per antonomasia qual è Eracle.

«Mi interessa – dichiara Emma Dante – cercare la femminilità, la fragilità, dentro un corpo maschile muscoloso e arrogante. L’eroe greco ostenta la sua forza, si mette a tu per tu con gli dei, esalta la sua potenza con l’ambizione di diventare un dio, sempre nel suo cuore, nella sua mente c’è la competizione col dio. La donna aspetta, subisce, si sacrifica, sacrifica i figli, va in esilio o negli inferi, compie viaggi solitari e terribili, spesso prendendo su di sé le colpe dei padri e dei mariti. Cosa succede se la femmina incarna l’eroe, rappresentando la sua potenza e la sua fragilità, con l’armonia nei fianchi e la durezza nello sguardo? Cosa succede se il maschio-eroe del mito diventa bianco e lieve come una nuvola?»

Un Eracle quasi tutto al femminile quello a cui pensa la regista pelermitana: «Indagherò che faccia ha il potere. È vero che è una cosa cui ambiscono solo gli uomini? È una prerogativa maschile, legata a muscoli e arroganza o può avere a che fare con la fragilità? Cercherò poi di invertire i codici canonici del teatro greco, dove gli uomini interpretavano ruoli da donna, affidando invece a donne ruoli da uomini». «Eracle – sottolinea ancora la regista – è un testo che parla molto della morte, e nel mio teatro c’è sempre un interrogarsi sul vivere e sullo scomparire. Dunque avverto profonda affinità con questo linguaggio emerso nel 420-415 a.C.».

Redazione Made in Pompei

Redazione Made in Pompei

Made in Pompei è una rivista mensile di promozione territoriale e di informazione culturale fondata nel 2010.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *