Un antico anello d’oro ritrovato a Pompei racconta la commovente storia di una fuggiasca
POMPEI. Un anello d’oro con due teste di serpente e occhi di pasta vitrea, ritrovato nel 2018 durante lo scavo nell’area della necropoli di Porta Stabia a Pompei, racconta probabilmente gli ultimi istanti di vita di una persona che cercava di mettersi in salvo dall’eruzione del Vesuvio.
Si tratta di un anello realizzato in oro, con tratti d’incisione a forma di squame, mentre i terminali ispessiti assumono la forma della testa di serpe. Uno degli occhi, visibile dalla foto, risulta incastonato in gemma vitrea verdastra, mentre l’altro occhio, sul medesimo lato, si presenta con l’incavo oculare privo di gemma.
Le tipologie di questi anelli erano molteplici, generalmente erano costituite da una spira aperta, ma di spire potevano averne anche due, come nel caso dell’anello rinvenuto che presenta la parte terminale a forma di serpe.
Tali anelli con sembianze di serpenti affrontati erano frequenti nel I secolo, a causa del significato apotropaico attribuito all’animale ed alla configurazione stessa del corpo del serpente che bene si addiceva all’uso.
Il gioiello è stato rinvenuto nei primi mesi del 2018 a Pompei, poco distante da un cantiere edile attivo nell’area degli uffici in prossimità del piazzale di San Paolino. Il monile apparteneva probabilmente ad una fuggiasca dall’eruzione e non è escluso che chi l’aveva duemila anni fa avesse con sé altri preziosi.
Si tratta di un tipo di anello molto diffuso nell’età imperiale, proprio per il suo valore apotropaico che, però, non ha portato fortuna alla fuggiasca dall’eruzione di Pompei, considerato che il prezioso monile è stato rinvenuto sull’antica strada che collegava Pompei a Stabiae.
Lo stesso percorso segnato dai solchi lasciati dai carri dei fuggitivi (scoperti nel 2017 sotto la direzione di Osanna) che si allontanavano dall’eruzione del 79 d.C. Di quelle carovane doveva far parte la padrona dell’anello a doppia testa di serpente che probabilmente ha perso tragicamente la vita e solo oggi, con il ritrovamento dell’anello, è tornata a rivivere nel nostro racconto.