Calcio a 5, obiettivo salvezza in Serie C1 per la LuPe Pompei
Intervista al capitano Giuseppe Amoruso: «Puntiamo a salvarci e ben venga tutto quello che arriverà in più».
POMPEI. È nata nel cuore di Pompei la Lu.Pe., associazione sportiva che vive il calcio a 5 come strumento di socialità e aggregazione. Giuseppe Amoruso, capitano della squadra, ci ha raccontato perché vale la pena entrare a far parte di questo progetto.
Quando nasce il progetto sportivo della Lu.Pe. Pompei?
«Siamo attivi come associazione sportiva dal 2002 in maniera continua. Nasciamo come gruppo di amici che ha messo in piedi un progetto di socializzazione per dare un’opportunità ai ragazzi. Vogliamo aggregare perché riteniamo che la società non offra molto ai giovani e che anche loro oggi siano distratti da cose poco concrete. Noi proviamo con lo sport a riportarli un po’ al mondo reale».
Siete riusciti a coinvolgere i giovani quanto avreste voluto?
«Quando abbiamo iniziato dovevamo fare le selezioni perché i ragazzi erano troppi, mentre adesso purtroppo si fa fatica a raggiungere un numero importante. Infatti quest’anno non siamo stati pronti ad affrontare il campionato under18 per mancanza di ragazzi disponibili. Questo nonostante mettiamo a disposizione a titolo gratuito struttura, allenatori e un percorso che può portare alla prima squadra. È senza dubbio un trampolino di lancio. Purtroppo viviamo la difficoltà di non poterci più allenare a Pompei da quando sono cambiamenti i regolamenti. Alle associazioni viene richiesto un palazzetto dello sport e non essendocene sul territorio pompeiano siamo dovuti emigrare a Scafati».
Avete mantenuto comunque un legame con Pompei?
«Certo, perché è da qui che siamo partiti. Per questo vorremmo realizzare un progetto di sensibilizzazione partendo proprio dalle scuole del territorio. L’idea è far partecipare i ragazzi a degli stage attraverso cui possano comprendere i valori che si acquisiscono con questo sport. Essendo il calcio a 5 uno sport di squadra, chi lo pratica ha la possibilità di crescere confrontandosi con gli altri. Si impara il valore della condivisione, che si ritrova nella quotidianità e nel mondo del lavoro. Inoltre i ragazzi possono trovare un mondo dove rifugiarsi lontano dalle problematiche e dalla vita di tutti i giorni».
Se non avere un luogo dove allenarvi sul vostro territorio è la vostra principale debolezza, qual è invece il vostro punto di forza? Ciò che vi ha tenuto in piedi 15 anni?
«Il valore dello sport, i ragazzi che credono nel progetto e lo spirito con cui si mettono a disposizione della squadra. Il fatto che i ragazzi vedano nella Lu.Pe. una seconda famiglia ci ripaga di tutto».
Un’ultima domanda: cosa vi aspettate dal campionato?
«La Lu.Pe. disputa i campionati di Serie D, Serie C2 e Serie C1. Questo è il primo anno che competiamo in C1, che è il massimo campionato regionale per la nostra categoria. Puntiamo a salvarci e ben venga tutto quello che arriverà in più».