Canottaggio, dai Mondiali in Lituania una medaglia d’oro “made in Pompei”

Sul gradino più alto del podio, insieme ai compagni di squadra, c’era Aniello Sabbatino, originario di Vico Equense ma ormai adottato dalla città degli Scavi e del Santuario 

POMPEI. Ad agosto, in Lituania la Nazionale Under 18 di canottaggio ha confermato il titolo conquistato lo scorso anno a Rotterdam nella specialità “quattro con”.  Ancora una volta è medaglia d’oro. Sul gradino più alto del podio, insieme ai compagni Apuzzo, Dini, Di Ruocco e Zoppini, è salito Aniello Sabbatino, originario di Vico Equense ma ormai adottato dalla città di Pompei. Ad agosto è stato ricevuto e premiato anche a palazzo De Fusco dal sindaco Pietro Amitrano. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio. Ci ha risposto con timidezza, imbarazzo, e l’umiltà che contraddistingue i campioni veri, quelli che si sentono tali solo al traguardo.

Come ti sei avvicinato al canottaggio?
«Ho iniziato alla fine del 2013. Mi ha spinto mia nonna. Lei è di Messigno, dove vivono anche i fratelli Abbagnale. Un giorno mi ha chiesto se mi andava di provare questo sport e così io ho accettato».

Sei giovanissimo e hai già vinto un titolo mondiale e diverse competizioni nazionali. Quanti sacrifici comportano queste medaglie?
«Innanzitutto non è semplice svegliarsi ogni giorno alle 5 e allenarsi due volte al giorno. In più io frequento il college di Piediluco, quindi passo tutto l’anno lontano da casa. A Pompei resto molto legato avendo lì amici e parenti, e cerco di tornare quando posso. Mi alleno con Agostino Abbagnale e devo anche studiare. Non è facile farlo dopo gli allenamenti. Spesso devo approfittare anche delle ore libere durante le lezioni».

Qual è stata la vittoria più gratificante? Quella che ti ha fatto pensare che nonostante tutto vale la pena di impegnarsi tanto.
«Sicuramente la medaglia al mondiale. Non me l’aspettavo ma ci credevo tanto e mi sono allenato molto per vincerla, anche se l’anno scorso mi sono infortunato. Sono stato fermo tre mesi ma non ho demorso».

E invece per il futuro? Competizioni e obiettivi in programma?
«Il 7 e l’8 ottobre abbiamo i Campionati del Mare a Maiori. Non è una gara particolarmente importante ma per me è la prima volta che la disputo quindi sono curioso. Cercheremo di vincerla. Poi vorrei concorrere di nuovo per il Mondiale. Stavolta vorrei cimentarmi in una disciplina olimpica».

La provincia di Napoli sta dando grandi soddisfazioni al canottaggio. Basta pensare al bronzo olimpico conquistato da Abagnale e Di Costanzo. Tu che futuro ti aspetti per questo sport? Le vostre vittorie potrebbero essere d’esempio per i giovanissimi che qui di solito sono più orientati al calcio?
«Il mio allenatore di Castellammare dice che il calcio è un gioco, non uno sport. Se si vuole fare una vita di allenamento e sacrificio io consiglio il canottaggio. Soprattutto perché insegna dei valori che ti servono nella quotidianità. E poi è uno sport che unisce. È bello sapere che il tuo compagno sta lottando per il tuo stesso obiettivo con tutto se stesso ed è ancora più bello vincere insieme, arrivare stanchi e potersi dire che ne è valsa la pena».

Valentina Comiato

Valentina Comiato

24 anni, laureata in lingue ma con un innato amore per la penna. Per Made in Pompei scrive di piccole realtà, grandi talenti e bei progetti.

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