Sport minori che minori non sono: Martina Scisciola e il mondo del judo

Intervista alla campionessa pompeiana che racconta una disciplina sconosciuta ai più, ma ricca di motivi validi per scoprirla

POMPEI. Come ve lo immaginate un campione di judo? Grosso, virile e imponente? E invece no. Martina Lucia Scisciola (in foto con lo zio-allenatore Alfonso Scisciola) è una giovane e bellissima diciannovenne di Pompei che già vanta successi e medaglie in una disciplina tanto affascinante quanto poco valorizzata. L’abbiamo intervistata per farci raccontare un po’ di sé, della sua carriera e del mondo del judo, sconosciuto ai più ma ricco di motivi validi per scoprirlo.

Il judo non è di certo tra gli sport più seguiti e praticati in Italia. Ci racconti come ti sei avvicinata a questa disciplina e cosa ti spinge a impegnarti con tanta dedizione nonostante le rinunce che comporta?
«Tutto è iniziato grazie a mio zio, che è maestro di Judo. Sin da piccola ho avuto la possibilità di seguire gli allenamenti e così mi sono appassionata. Oggi mi spinge soprattutto la voglia di arrivare in alto, di vincere, e magari di arrivare alle Olimpiadi un giorno».

L’ultima soddisfazione è arrivata col terzo posto all’European Cup, campionato europeo di judo che si è tenuto a Lignano Sabbiadoro. Lì, su cinque incontri, hai ottenuto la vittoria ben quattro volte. C’è stato un momento in cui hai temuto di non salire sul podio?
«Sì, è capitato durante la finale, perché mi sono scontrata con un’avversaria molto forte. L’incontro è durato circa otto minuti e la durata massima è di quattro. Lì si è andati al golden score e ho pensato di perdere. Però volevo assolutamente quella medaglia, quindi ha prevalso la mia voglia di farcela».

Parliamo invece della tua carriera pregressa, già notevole nonostante la giovanissima età. Ci racconti di un successo che ti è rimasto particolarmente impresso e di un’occasione sfumata che ti ha segnato più delle altre?
«Una delle soddisfazioni più grandi è stata il terzo posto ai campioni italiani under 21. Avevo solo 17 anni e sono riuscita a conquistare il bronzo pur essendo la più piccola della categoria. Invece ricordo con l’amaro in bocca il secondo posto ai campionati italiani, dove ho perso la finale praticamente per un soffio».

Lo sport ti permette di viaggiare tanto. Che rapporto hai ad oggi con la tua città?
«Io sono di Pompei ma purtroppo mi alleno fuori, quindi mi piacerebbe che la mia città desse più opportunità ai giovani, magari con impianti sportivi e luoghi dove praticare anche sport minori e non solo il calcio, che ormai è ovunque. Questo permetterebbe ai ragazzi di crescere».

Un’ultima domanda: che consigli daresti alle giovani ragazze che vogliono avviarsi al judo e che magari sono frenate dagli stereotipi? Considerando che c’è ancora chi pensa che certi sport siano meno adatti alle donne di altri.
«È vero che si pensa che sia uno sport maschile ma in realtà è una disciplina che forma gruppi in cui non ci sono differenze. Io consiglierei di provarci, perché il judo ti rende una persona molto forte sia dal punto di vista fisico che mentale. È assolutamente uno sport da fare».

Valentina Comiato

Valentina Comiato

24 anni, laureata in lingue ma con un innato amore per la penna. Per Made in Pompei scrive di piccole realtà, grandi talenti e bei progetti.

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