Il Foro era il luogo di Pompei dove si esercitava la religione, la politica, il commercio e la giustizia
POMPEI. Il Foro dell’antica Pompei è quello che per noi oggi potrebbe rappresentare la piazza più importante di un paesino o di una città. Oltre ad essere il luogo dove gli abitanti di Pompei potevano incontrarsi, scambiare due chiacchiere o magari concludere affari, il Foro era anche il posto deputato all’esercizio della religione, della politica, del commercio e della giustizia.
La prima sistemazione monumentale dell’area risale al II secolo a.C., con alcuni edifici e il porticato a doppio ordine di colonne di tufo, sostituito dal calcare bianco in età imperiale, quando si avvia la ripavimentazione e l’aggiunta di edifici sul lato Est, al posto delle precedenti botteghe.
Non a caso il Foro sorgeva all’incrocio degli assi viari principali dell’originario nucleo urbano di Pompei: esso era il cuore pulsante della cittadina vesuviana, essendo la piazza principale della città.
Per questo la zona era interdetta alla circolazione dei carri, come una “zona a traffico limitato” ante litteram: tutt’intorno sorgevano edifici religiosi, politici, economici, che erano molto frequentati dalle persone e sarebbe stato pericoloso far transitare i carri.
Nel I secolo d.C. anche nel Foro di Pompei vengono celebrati i fasti della Casa Imperiale: per questo le basi monumentali sul lato Sud, dinanzi agli edifici amministrativi urbani, dovevano ospitare statue onorarie, mentre lungo i portici erano poste quelle dei cittadini illustri.
Le sculture, tuttavia, non sono state ritrovate forse perché asportate dai Pompeiani tornati dopo l’eruzione a prendere tutto il materiale considerato recuperabile. Al centro del lato Ovest, invece, sorge una tribuna per oratori, utilizzata in occasione di comizi politici. (Foto copyright: Vittoria Osinska).