Restaurate dodici fontane di Pompei grazie al Grande Progetto
POMPEI. Sono 12 le antiche fontane restaurate negli Scavi di Pompei grazie al Grande Progetto: ogni giorno danno ai turisti l’opportunità di dissetarsi e di fare selfie che immortalano la visita nella città antica. Solo 8 erogano acqua e, a rotazione, ne entrano in funzione 3 alla volta, per tutelare le antiche strutture.
Erano incrostate di materiale calcareo, di muschi e licheni impastati di terreno che ne coprivano i fregi millenari sottraendone la bellezza, ma ora 12 fontane sono state restaurate dall’Opificio Pietre dure di Firenze (Istituto del Mibact), che ha restituito il valore monumentale ai “totem” d’acqua potabile.
Tra queste (foto) c’è la Fontana della dea della Concordia, tutta bianca: rappresenta il volto di una donna con grandi occhi, orecchini ai lobi, una morbida tunica e una cornucopia per la quale, erroneamente, era stata scambiata per la dea dell’Abbondanza.
È su questo equivoco che i primi archeologi di Pompei si basarono per battezzare come “Via dell’Abbondanza” una delle principali diramazioni della città antica.
Sono in tutto 40 le fontane disseminate nelle strade della Pompei del 79 d.C., ma il progetto che ne ha avviato il restauro e la razionalizzazione dell’uso ha interessato al momento quelle poste lungo il percorso agevolato “Pompei per tutti”.
Le fontane dell’antica Pompei sono prevalentemente in blocchi di pietra lavica, quindi di colore grigio scuro. Le più antiche sono in tufo grigio.
«Sono tutte belle per l’emozione che trasmettono – spiega all’Ansa l’archeologa Alberta Martellone – poiché riportano ancora i segni della lavorazione degli artigiani che le modellarono e l’usura subita dagli abitanti della Pompei prima dell’eruzione del 79».