Pompei, alla scoperta dei graffiti che raccontano gli amori di duemila anni fa
POMPEI. Passeggiare con l’anima gemella, tra le rovine dell’antica città sepolta dal Vesuvio, potrà diventare una romantica esperienza da ricordare. Forse non tutti sanno, infatti, che nella Pompei antica sono state ritrovate (e in parte sono ancora presenti) tantissime iscrizioni murali con appassionati messaggi d’amore che si sono scambiati gli innamorati di duemila anni fa.
Quale occasione migliore di San Valentino per andare alla scoperta di queste frasi poetiche? Ecco qualche esempio. Come anche oggi accade, gli innamorati incidevano i nomi nel luogo dove s’incontravano; così nell’atrio di una casa sta scritto: Romula hic cum Staphilo moratur, “Qui Romula si intrattiene con Stafilo”.
E nella Palestra Grande invece si legge: Antiiochus hic mansit cum sua Cithera, “Antioco si è trattenuto qui con la sua Citera”. O più semplicemente ancora, in un’altra casa: Epafrodito con Talia qui. E poi, sul muro di una locanda: Vibius Restitutus solus dormivit et Urbanam suam desiderabat, ovvero “Vibio Restituto qui dormì solo e desiderava la sua Urbana”.
A volte si tratta di una dichiarazione: «Amore detta a me che scrivo, che io muoia se voglio diventare un dio senza di te». Oppure «Secondo alla sua Prima, ti saluto, ovunque tu sia. Ti prego, signora, amami». In altri casi, invece, si tratta di pensieri in libertà: «Gli amanti, come le api, succhiano la vita dolce come il miele». Ma alla riga sotto si legge: «Magari!».
Giusta osservazione, in effetti non sempre gli amori sono felici: «Se puoi e se non vuoi, perché rinvii la mia felicità e incoraggi la speranza, ordinandomi di tornare il giorno dopo? Se mi costringi a vivere senza di te, mi costringi a morire», lamenta un innamorato.
Tornando alle frasi romantiche, sulla parete della “casa del medico”, si legge “O utinam liceat collo complexa tenere braciola et teneris oscula ferre labellis” cioè “Oh potessi tenerti le braccia attorno al collo baciando le tue tenere labbra”.
In un’altra scritta si sollecita il carrettiere ad andare più veloce, perché si ha troppa ansia di vedere la persona amata: “Se tu, carrettiere, sentissi le fiamme dell’amore correresti più forte per vedere la persona che ami. Ti prego, sferza il cavallo, andiamo. Portami a Pompei, dal mio dolce amore”.